Il rinvio a giudizio di Daniela Santanché ha rinfocolato le proteste dell’opposizione, che già da tempo chiede le dimissioni della ministra per il Turismo
È quanto dichiara in una nota il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli.
“La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanché e due società nell’ambito del caso Visibilia, relativo alla presunta truffa aggravata ai danni dell’INPS nella gestione della cassa integrazione durante il periodo del Covid-19. L’unica reazione accettabile in questa situazione è la seguente: dimissioni. La permanenza di Santanché nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza”.
Arturo Scotto del Pd.
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la Ministra Santanchè sulla truffa ai danni dell’Inps. Prendeva soldi pubblivi con la Cassa Covid, ma imponeva ai suoi dipendenti di lavorare. Le dimissioni dovrebbero essere istantanee. La Meloni invece tace e protegge.
In una nota i senatori M5s in commissione Industria e Turismo Sabrina Licheri, Gisella Naturale e Luigi Nave.
“La richiesta di rinvio a giudizio della procura per Daniela Santanché sull’ipotesi di reato di truffa ai danni dell’Inps, in merito alla gestione della Cassa Covid nelle sue aziende, è l’epilogo scontato di una vicenda da subito opaca e disdicevole. Ribadiamo un concetto: le vicende giudiziarie non ci interessano. La ministra del Turismo doveva dimettersi lo scorso luglio, quando raccontò una sequela di frottole davanti all’aula del Senato. Ora non ci sono più alibi: Meloni la inviti subito a lasciare il suo incarico. Non si può tenere il paese con questo fardello addosso, ne va del decoro delle nostre istituzioni”.
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