Carlo Calenda, in un’intervista a La Repubblica, ha parlato delle prossime elezioni Europee, motivando la scelta di non correre con il gruppo per i cosiddetti “Stati Uniti d’Europa”.
«Noi siamo coerenti, gli altri fanno le ammucchiate. I nostri eletti alla fine finiranno tutti nello stesso gruppo, il Renew Europe. Mentre Maraio finirà nel Pse, Bonino nei Liberali, Cuffaro nel Ppe. Se ce la faremo a superare il 4 per cento? Come si vede dai recenti ingressi, e dai nuovi arrivi, Bonetti e Rosato, Azione è attrattiva. Ricordo lo stesso scetticismo quando mi candidai a sindaco di Roma, dicevano che avrei preso l’8 per cento, invece arrivammo al venti».
«Non possiamo ragionare per sommatorie. Emma Bonino ha preferito Mastella a Cottarelli. E candida Librandi, un putiniano, mentre noi schieriamo Alessandro Tommasi, il fondatore di Will, il generale Camporini, e Mario Raffaelli, un’autorità nella Cooperazione internazionale».
Poi un pensiero per l’alleanza Pd-M5s e un avvertimento per la segretaria democratica Elly Schlein. «Conte sarà il Dracula del Partito Democratico. Fa il suo cinico gioco. Il candidato premier lo vuole fare lui. Terrà il Pd sulle spine fino alla fine e poi porrà le sue condizioni. Cosa farei al posto di Schlein? Mollerei Conte. Anche perché al Nord non esiste. Fossi in lei andrei da solo, cercando di recuperare il consenso perduto. E quando si saranno ristabilite un po’ le distanze a quel punto Conte tornerà al suo posto, come merita. Non vedo alternative. Non si può rimanere appesi ai suoi capricci. Se resta con Conte il Pd rimarrà impigliato nella tela di un qualunquista. Un uomo di destra. E non me lo auguro».
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