Il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista a Qn ha fatto il punto della situazione nel centrosinistra dopo la sconfitta elettorale in Abruzzo.
«Il risultato in Abruzzo ci dice che con il Movimento 5 Stelle e le altre forze politiche del cosiddetto campo largo, il Partito democratico e l’intera coalizione sono competitivi. Accorciamo di molto le distanze rispetto alla performance di cinque anni fa e costruiamo una condizione per essere in gara anche laddove non è sufficiente. Personalmente mi auguro che lo schema si ripeta anche in Piemonte e Basilicata, anche se il salto di qualità deve riguardare l’intera coalizione, che deve trasformarsi in modo più percepibile in un progetto. E questo significa che le forze che partecipano non possono in campagna elettorale dare segnali manifesti di insofferenza nei confronti degli alleati».
«Mi auguro che nel breve periodo possa essere il più ampio possibile e che, in prospettiva, la selezione si faccia in base a un confronto su un progetto di lungo termine, che abbia l’ambizione per vincere ovunque. Ma questo passa per un riconoscimento reciproco».
«Il punto è che l’Ulivo riusciva a prendere più voti rispetto alle forze che lo componevano. Il campo largo è ancora indeterminato e non riesce a realizzare questo risultato. Ma non per motivi misteriosi: perché se la coalizione si basa solo su un candidato comune e non su un progetto che vada oltre il programma sottoscritto, si fa fatica a portare ciascuno i voti che ha raccolto in altre occasioni. La vittoria in Sardegna e il risultato in Abruzzo ci dicono proprio che quella è la strada e che chi va da solo corre un rischio molto grande. Se non c’è un automatismo a unirsi, di sicuro c’è un disincentivo ad andare ognuno per i fatti suoi».
«Io intanto mi auguro che non ci si rassegni alla guerra. Il problema non è che la guerra divide il campo largo, il problema è la guerra. In ogni caso il centrodestra ha saputo tenere in piedi una coalizione con le dichiarazioni di Berlusconi a favore di Putin e Salvini che faceva la spola con Mosca».
«Non penso che la segretaria debba essere valutata sul risultato delle Europee, ma per il ciclo politico per il quale è stata scelta, da un congresso all’altro. Il Pd è uscito dall’isolamento, ha vinto in Sardegna, ha combattuto in Abruzzo e mi sembra che nei sondaggi dia segni di vitalità. E sulla base dei fatti il giudizio non può che essere positivo».