Elezioni, Calenda: "Il campo largo non esiste, con il bipolarismo 'coatto' stiamo uccidendo la democrazia"
Top

Elezioni, Calenda: "Il campo largo non esiste, con il bipolarismo 'coatto' stiamo uccidendo la democrazia"

Calenda sul campo largo: "Se il Pd vorrà restare insieme al M5s, capitanati da un signore che nega il sostegno all'Ucraina, noi non ci saremo perché se anche dovessimo vincere, poi saremmo incapaci di governare".

Elezioni, Calenda: "Il campo largo non esiste, con il bipolarismo 'coatto' stiamo uccidendo la democrazia"
Carlo Calenda
Preroll

globalist Modifica articolo

13 Marzo 2024 - 10.10


ATF

Carlo Calenda continua a martellare sul cosiddetto campo largo, dopo la sconfitta in Abruzzo il leader di Azione, intervistato da La Repubblica, ribadisce che per lui l’alleanza del centrosinistra non ha senso di esistere.

«Ma c’è un bivio: o i riformisti o i 5Stelle, che tutto sono fuorché di centrosinistra. Sul piano locale è più facile ritrovarsi attorno a un progetto per il territorio e a un candidato credibile».

«Se il Pd vorrà restare insieme al M5s, capitanati da un signore che nega il sostegno all’Ucraina, noi non ci saremo perché se anche dovessimo vincere, poi saremmo incapaci di governare. Alle comunali e alle regionali non si discute di temi come la guerra o il posizionamento internazionale dell’Italia. I programmi vertono essenzialmente su sanità e servizi ai cittadini. L’intesa è più semplice se, come in Abruzzo, si converge su un candidato liberal-progressista e molto capace come Luciano D’Amico».

«Oltretutto, trattandosi di sistemi totalmente maggioritari, il M5s non è di centrosinistra. Se il Pd vorrà restare con chi nega il sostegno a Kiev, noi non ci saremo, sfilarsi significa condannarsi all’irrilevanza». 

Leggi anche:  Regionali: in Emilia-Romagna la sinistra sfonda mentre in Umbria c'è un testa a testa

Non vale lo stesso a livello nazionale: «No, altrimenti non sarei in Parlamento. Ripeto, il M5s non è un partito di centrosinistra perché il suo leader è un populista a cui piacciono Putin e Trump e questo è incompatibile con la cultura progressista. Proprio come Salvini è incompatibile con i popolari: anche Tajani prima o poi dovrà fare una scelta. Non si può far finta di niente, forzare sulle alleanze, pur di andare o restare al governo». 

Ma per molti è solo una questione aritmetica: con dentro il M5s il centrosinistra se la gioca, senza vince il centrodestra. «Al contrario, è destinato a perdere. Ma c’è di più. Se continuiamo con il bipolarismo coatto finirà la democrazia: le persone non vanno più a votare perché sono stufe di questa sterile contrapposizione tra destra e sinistra, incapace di produrre alcunché su sanità, scuola e salari che sono i tre diritti sociali fondamentali. Temi sui quali con il Pd si deve e si può lavorare, e Azione lo sta già facendo, ma non costruire un’alternativa a Meloni insieme ai 5S che sono qualunquisti».

Native

Articoli correlati