Le stucchevoli polemiche sugli appelli al cessate il fuoco e al porre fine al “genocidio” fatti sul palco di Sanremo stanno attraversando tutto l’arco costituzionale, con il presidente del Senato Ignazio La Russa che è addirittura arrivato a sostenere che Amadeus avrebbe dovuto “riequilibrare” la situazione parlando di Hamas.
“Un festival con una punta dolorosa, quella di essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Quello è l’elemento peggiore di tutto il festival. Il festival o non entrava sul tema o, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata. Non puoi affidare il tema a un cantante che pronuncia una frase a senso unico. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c’è il dovere di chi conduce di equilibrare”
“Anche se colpevolmente di fronte ad un cantante che ricorda il dramma dei palestinesi il conduttore doveva dire io ricorderei anche coloro che sono in ostaggio dei terroristi di Hamas. Oppure parlando di Foibe dire il regime di Tito, quando gli italiani sotto i 50 anni non sanno chi era Tito, che ci voleva a dire ‘regime comunista di Tito, non è che è una parola così difficile da pronunciare regime comunista”.