Guerra di Gaza, Emma Bonino: "Condanna ad Hamas, ma quelli di Israele sono crimini di guerra"

Emma Bonino: «Israele sta assediando Gaza. Ne paga le conseguenze anche la popolazione civile. Lì ci sono anziani, donne e bambini: non è tollerabile. Questi si chiamano crimini di guerra e Netanyahu dovrà risponderne».

Guerra di Gaza, Emma Bonino: "Condanna ad Hamas, ma quelli di Israele sono crimini di guerra"
Emma Bonino
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10 Ottobre 2023 - 09.36


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Guerra di Gaza, la posizione di Emma Bonino – che ha parlato in un’intervista a La Stampa – è chiara e condivisibile: condanna ferma ad Hamas, ma la vendetta di Israele sui civili è intollerabile e inaccettabile. «Hamas è un’organizzazione terroristica, lo è da tempo, e io mi considero una vecchia amica di Israele». Per l’ex radicale, la controffensiva ai danni di Hamas «era prevedibile», eppure, «mi ha sorpreso che l’escalation da parte dell’esercito di Tel Aviv si sia evoluta in questo modo «perché il governo israeliano in queste ore nega alle popolazioni palestinesi di Gaza l’accesso ad acqua, cibo, elettricità».

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Israele «sta assediando Gaza. Ne paga le conseguenze anche la popolazione civile. Lì ci sono anziani, donne e bambini: non è tollerabile. Questi si chiamano crimini di guerra e Netanyahu dovrà risponderne». La prima cosa da osservare, «in Palestina, sarà la reazione di Al Fatah. E’ un’organizzazione che ha sempre avuto un atteggiamento più moderato rispetto ai terroristi di Hamas. Se scende in piazza e si mobilita, la protesta rischia di contagiare tutto il mondo arabo, che a quel punto si compatterebbe contro Israele. Esattamente ciò che vuole Hamas».

Sono giorni «in cui aspetto soprattutto di sapere cosa deciderà di fare il Libano, dove Hamas conta sull’alleanza con Hezbollah e dove l’Italia ha un contingente Unifil di 1.300 militari». Il Libano «non vorrebbe entrare in guerra, è in una situazione di grande fragilità, ma se ci fosse una scintilla, un errore militare israeliano, allora tutto tornerebbe in bilico. E il nostro contingente sarebbe chiamato a compiti di interposizione».

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Quello degli ostaggi «è di certo uno strumento di pressione, sia per gli israeliani sia per Hamas. Sarà il punto di partenza di qualunque mediazione, ammesso che le due parti chiedano di essere aiutate al tavolo negoziale. Il dialogo può essere solo un auspicio, per ora». Rispetto alle possibile reazioni terroristiche in Europa «temo che ricominceranno ad esserci attacchi spontanei – commenta -. Se Hamas ha una rete di terroristi in giro per il mondo, dubito che la notte andranno solo a dormire».

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