Andrea Cozzolino, eurodeputato del Pd coinvolto nel caso Qatargate, in un’intervista al Corriere della Sera ha raccontato la sua esperienza. «Non avrei mai immaginato il quadro che si presentava e soprattutto le borse di denaro, colpivano la coscienza». Tre giorni dopo, i media riferiscono del suo coinvolgimento e il Pd lo sospende «comunicandomelo via stampa e senza che avessi ricevuto un avviso di garanzia. Mi attendevo più rispetto per un parlamentare che ha sempre svolto la sua attività con disciplina ed onore. E’ stato disumano, indecente».
Dopo tre mesi il Parlamento rimuove la sua immunità e lui viene arrestato: «Era proprio necessario? Soprattutto dopo che avevo comunicato alla magistratura, più volte, la disponibilità ad essere interrogato – sottolinea – e chiesto io stesso alla commissione Juri di revocare l’immunità parlamentare? Ho fatto 4 mesi di domiciliari inutili, senza che arrivasse un solo nuovo elemento dalle indagini».
Panzeri si pente per un solo anno di domiciliari e libertà per moglie e figlia: «Un accordo raggiunto in una situazione per lui drammatica» osserva. Per il Qatargate «sembrava dovesse crollare il Parlamento europeo – ricorda – … e poi? Tutto si è ridotto a poche persone», che «non avrebbero avuto la benché minima possibilità di influenzare le attività parlamentari».
Panzeri accusa Cozzolino di aver preso soldi: «se fosse vero dovrebbe saper dire anche dove, come, quando e perché. E’ una volgare falsità per rendere credibile il suo racconto. La mia storia finanziaria è trasparente».
Il deputato Ue nega di aver partecipato nel 2019 ad un incontro in Qatar e di aver ricevuto soldi per servizi a Rabat da Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino a Varsavia: «Mai avuto un euro da Atmoun – ribadisce – Con lui c’è stato un rapporto di collaborazione politica e di amicizia».