La destra europea vuole serrare i ranghi in vista del prossimo appuntamento elettorale europeo. Gli amici omofobi e xenofobi di Giorgia Meloni, come Viktor Orban, sono sicuri di poter ottenere la maggioranza nel nuovo Parlamento europeo.
Balazs Orban, direttore politico del premier ungherese, Viktor Orban, in un’intervista a Politico ha analizzato il possibile andamento della tornata elettorale.
«Penso che abbiamo una possibilità, penso che si è molto vicini» alla formazione di una nuova maggioranza al Parlamento Europeo composta da partiti di destra e centro-destra».
«In Francia vincerà la destra. In Italia, vincerà la destra, in Germania, Austria, Ungheria, Polonia, vincerà la destra. In Spagna, sarà vicina (alla vittoria) e questi sono i Paesi più grandi».
Il partito di governo ungherese, Fidesz, che nel 2021 è uscito dal gruppo del Partito popolare europeo (Ppe) al Pe prima di venirne espulso, vorrebbe unirsi all’alleanza di partiti di destra e centro-destra per assicurarsi una maggioranza nel Parlamento europeo, ha suggerito Orban, pur ammettendo che Polonia e Germania, dove il centro-destra ha escluso di cooperare con partiti di estrema destra, potrebbero essere «un problema».
Il politico ungherese, inoltre, ha definito il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), che annovera tra le sue fila Fratelli d’Italia e il partito al governo in Polonia, Diritto e Giustizia, come «un normale spazio di approdo per noi». l problema è come la destra e il centrodestra coopereranno dopo le elezioni e otterranno una maggioranza. Noi vogliamo sostenere la destra e collaborare con il centrodestra».
Orban, infine, ha avvertito che il sostegno dell’Ungheria alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in vista di un eventuale rinnovo alla guida dell’esecutivo comunitario, non è più scontato. «Eravamo molto favorevoli a lei», ha detto il braccio destro del premier ungherese, lamentando tuttavia, come von der Leyen, stia ora «spingendo la sua agenda politica senza consultare gli Stati membri». Il modo in cui la Commissione opera «è divisivo» ha aggiunto: «presentano una proposta e poi fanno pressione sugli Stati membri perché dicano sì».
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