Il salario minimo è il cavallo di battaglia dell’opposizione che, Renzi a parte, si è unita in una proposta di legge depositata alla Camera. Dal governo Meloni, però, nessun segnale. Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico, in una nota ha fatto il punto della situazione. ”Sbaglia la Presidente Meloni quando dice ‘non ci vuole il salario minimo, ma la riduzione del cuneo fiscale’. Sbaglia, perché i due interventi sono entrambi necessari. Per motivi diversi”.
“La nostra proposta sul salario minimo comporta l’applicazione a tutti i lavoratori delle retribuzioni complessive previste dai contratti collettivi firmati dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati comparativamente più rappresentativi. Indica inoltre una soglia minima, sotto cui non si può mai andare, pari a 9 euro (senza considerare tredicesima, tfr, scatti di anzianità ecc.). Aiuta quindi a combattere tutti i modi messi in campo per pagare poco i lavoratori: contratti pirata, appalti a false imprese e false cooperative, caporalato nelle fabbriche e nei campi”.
Al tempo stesso “noi ci battiamo anche per un sistema fiscale equo che non tassi i redditi da lavoro e quelli da pensione molto di più di tutti gli altri redditi lasciandoli soli soletti a sopportare la progressività dell’imposta. Il contrario di quello che prevede la delega fiscale del governo Meloni che la maggioranza vuole approvare in tutta fretta. Non ci accontenteremo di piccoli sconti di imposta, vogliamo che sia realizzato il principio che a pari reddito deve corrispondere pari imposta”.
Argomenti: governo meloni