Paola De Micheli, esponente del Pd ed ex candidata alle primarie dello scorso 26 febbraio, in un’intervista a Qn ha parlato della recente direzione dei democratici, concentrandosi su Elly Schlein.
«Tutti hanno riconosciuto che la mobilitazione proposta dalla segretaria sarà utile. Certo è che anche da parte del gruppo dirigente in carica è stata avanzata con forza la richiesta di maggiore collegialità. Una grossa parte della discussione ha riguardato la partecipazione alla manifestazione M5s: su questo sicuramente ci sono stati molti distinguo. Anche da parte di coloro che fanno parte della segreteria».
«Non serve nascondersi dietro un dito. È una discussione che riguarda come si costruisce un partito nuovo e come si affrontano i temi dirimenti, la collegialità e il fatto che non basta inserire le persone in un organismo per riconoscere il pluralismo. La discussione interna al Pd c’è».
«E il piano di Schlein ha in parte dato alcune risposte, ma non tutte quelle richieste a cominciare dal fatto che in vista delle Amministrative del 2024 e 2025 dobbiamo costruire delle coalizioni nelle quali il Pd dovrà avere un ruolo guida, per me egemone, senza andare a rimorchio di altri. Sono le cose di cui parlano i nostri iscritti sul territorio, non solo i dirigenti in Transatlantico».
«Il mandato rifondativo è chiaro. Ma il posizionamento politico di fondo deve avere una coerenza coi valori e tenere insieme una prospettiva all’insegna del pluralismo che, questo sì, è un valore fondativo. Siamo tutti disponibili ad aiutare. Nessuno ha in testa di logorarla, ma tutti chiedono di esser ascoltati e a lei riconoscono la capacità e il dovere di fare una sintesi».
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