I sindaci di alcune delle città più importanti d’Italia sfidano il governo Meloni e pubblicano un manifesto congiunto dal titolo `Le città per i diritti’, a proposito dell’iscrizione in anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali.
All’indomani dell’incontro in videoconferenza dei sindaci, Torino lancia ufficialmente la mobilitazione del 12 maggio, annunciata nei giorni scorsi dal primo cittadino Stefano Lo Russo.
Proprio lui, dalle sue pagine social, questa mattina ha pubblicato la locandina dell’evento promosso dalla Città di Torino, in programma alle 10.30 del 12 maggio al Teatro Regio. Un’iniziativa descritta come «assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali. Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie». Una mobilitazione appoggiata anche dai sindaci di Roma, Roberto Gualtieri, Milano Beppe Sala, Napoli, Gaetano Manfredi, Bologna, Matteo Lepore, Firenze, Dario Nardella, e Bari, Antonio Decaro.
«L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell’assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell’Ue. Per questo – proseguono – consideriamo fondamentale contrastare ogni discriminazione e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, e sentiamo forte la necessità di azioni comuni che vogliamo condividere con i sindaci di ogni orientamento politico».
«I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona – concludono i sindaci – devono guidare il legislatore verso alcuni passi non più rinviabili quali: il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali; il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali. Siamo pronti a discutere di questo con il parlamento e con il governo».
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