Tempo per le vittime no, per il karaoke sì: il video di Salvini e Meloni diventa un caso (non solo politico)
Top

Tempo per le vittime no, per il karaoke sì: il video di Salvini e Meloni diventa un caso (non solo politico)

Il video del karaoke in cui si vedono Giorgia Meloni e Matteo Salvini cantare "La canzone di Marinella", durante la festa del cinquantesimo compleanno del segretario leghista è diventato un caso politico.

Tempo per le vittime no, per il  karaoke sì: il video di Salvini e Meloni diventa un caso (non solo politico)
Il karaoke di Meloni e Salvini
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Marzo 2023 - 10.50


ATF

Indifferenza per i morti di Cutro e nemmeno un minuto libero per incontrare i sopravvissuti al naufragio o i parenti delle vittime. Salvo poi fare una bella festa con tanto di foto sorridenti che dimostra quanto la morte di 75 povere persone abbia lasciato gli esponenti della destra reazionaria insensibili alla tragedia.

Il video del karaoke in cui si vedono Giorgia Meloni e Matteo Salvini cantare “La canzone di Marinella”, durante la festa del cinquantesimo compleanno del segretario leghista è diventato un caso politico. Le immagini, postate sui social dal giornalista Nicola Porro, mostrano il “Capitano” e la premier, accompagnati al pianoforte, mentre si esibiscono in un duetto, abbracciandosi e cantando insieme ‘La canzone di Marinella’ di Fabrizio De André.Sono diventate virali in rete provocando l’indignazione delle opposizioni: “Festa sì e omaggio ai morti di Cutro no, vergogna”.


Immagini che stridono con la tragedia di Cutro – Una vicenda apparentemente minimale che però ha riacutizzato le proteste scoppiate durante e dopo il consiglio dei ministri di qualche giorno fa a Cutro. In più, ad amplificare lo scontro politico la coincidenza temporale della diffusione del duetto rilassato dei due leader con il clima di dolore che si è registrato alla manifestazione nella cittadina calabra dove il mare continua a restituire i corpi delle vittime, tre solo nella giornata del video. Due sentimenti stridenti, uno di spensieratezza, l’altro di lutto, notato da molti, nelle stesse ore in cui in tutto il Paese continuano numerosissimi gli sbarchi di altri migranti, da Lampedusa ad Augusta. 

Leggi anche:  Femminicidio, Meloni rilancia le scombinate dichiarazioni di Valditara

La polemica politica – La reazione del Pd al video è durissima: la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, cita un celebre verso di Eugenio Montale per prendere le distanze da Meloni e Salvini: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Altrettanto netta la sua collega al Senato: “Non hanno reso omaggio ai morti di Cutro, hanno messo in piedi – twitta Simona Malpezzi – una patetica messinscena, cambiato gli impegni istituzionali per andare a cantare alla festa di Salvini. Disumanità, cinismo, improvvisazione e spregiudicatezza”. La dem Chiara Gribaudo, dal corteo di Cutro, esprime così la sua forte indignazione: “Qui non c’è nessun karaoke, nessuna voglia di festeggiare. Solo dolore, rabbia ma anche la convinzione che un Paese migliore e solidale esiste”. Molto acido anche il commento di Angelo Bonelli: “Non hanno trovato il tempo, perché non hanno voluto, per incontrare i famigliari delle vittime e dei dispersi del naufragio che sono disperati, ma il tempo lo hanno trovato per festeggiare e cantare con tanto di video pubblici. Ancora una volta – conclude il co-portavoce nazionale di Europa Verde – mi vergogno per loro perche’ dimostrano di non sapere cosa vuol dire avere un comportamento sobrio quando il Paese vive un lutto così profondo”.

Leggi anche:  Giorgia Meloni, gli studenti e la criminalizzazione del dissenso

La scela inappropriata della canzone – Tantissimi in rete hanno protestato per la scelta infelice del brano che incredibilmente richiama in qualche modo la tragedia calabra. De Andrè, infatti, scrisse “La canone di Marinella”, che rimane una delle sue canzoni più note e amate, nel 1964, ispirato da un fatto di cronaca avvenuto undici anni prima. Faber, su un giornale locale, lesse della morte di una prostituta il cui corpo venne abbandonato lungo un fiume. Anni dopo è  stato ricostruito che quella ragazza si chiamava Maria Boccuzzi, ed era emigrata a Milano dal paesino calabrese di Radicena. Qui, dopo aver lavorato come operaia, cercò fortuna nel mondo dello spettacolo, ma invano, visto che finì sulla strada per poi morire uccisa a 33 anni. Il suo cadavere venne appunto ritrovato il 28 gennaio 1953, nel greto del fiume Olona, alla periferia della città. 

Native

Articoli correlati