Il Partito democratico deve posizionarsi a sinistra e in modo serio. «Possiamo pensare che un paese che deve rivedere tutta la sua politica industriale nell’epoca della de-globalizzazione, dell’aumento dei costi dell’energia discuta dell’autonomia differenziata? Un Paese che deve affrontare queste sfide non può pensare di farlo con venti politiche energetiche differenziate, venti politiche industriali, venti politiche del lavoro. La discussione è surreale e non tiene conto di quello che sta succedendo. Il Governo dovremmo sfidarlo non sul terreno dell’autonomia differenziata ma sul terreno delle politiche industriali».
Lo ha detto il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando alla presentazione del libro di Goffredo Bettini, `A sinistra, da capo´, a Viareggio.
«Nel mondo ora si stanno redistribuendo il lavoro, la ricchezza in funzione delle politiche che si mettono in campo. I Paesi – ha aggiunto – stanno intervenendo sul mercato con una forza che in passato non c’era, come sta facendo Biden o Macron che sta nazionalizzando l’azienda energetica di Stato. Gran parte del lavoro povero che esiste nel Paese è frutto delle imprese povere che sono rimaste piccole, non hanno fatto innovazione, non si sono internazionalizzate. Imprese che sono rimaste la scia di quelle che lavoravano con la svalutazione competitiva prima dell’inizio dell’euro. Aziende che campano facendo un po’ di nero e facendo dumping salariale».
Secondo Orlando, «il Governo ha detto a queste imprese con la legge di bilancio, `continuate a fare così´, ma questo è pericoloso per l’interesse nazionale e per i lavoratori perché se queste imprese non fanno un salto di qualità in una economia che si sta riorganizzando noi rischiamo di rimanere marginalizzati, di diventare un paese terzista per altri Paesi. Noi dovremmo sfidare la Meloni sulle politiche industriali, sull’equità sociale, sulla transizione ecologica. Altro che autonomia differenziata. Serve una grande politica nazionale su questo punto».
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