Moratti un’opportunità o la via maestra per spaccare il Pd già prima del congresso? «Le dimissioni di Letizia Moratti certificano la fine del centrodestra che sia a livello locale che a livello nazionale ha virato a destra. Ma noi ora lavoreremo per allargare la coalizione di centrosinistra, senza porre veti. Se scegliessimo di andare da soli saremmo degli irresponsabili».
Così il senatore Alessandro Alfieri, coordinatore nazionale di Base riformista in un colloquio con il Foglio.
«La questione dei nomi viene dopo quella, prioritaria, sui contenuti e sulla possibilità di costruire una coalizione credibile. Rispetto alla Moratti – aggiunge – penso ci siano profili più adatti per allargare la coalizione, che non hanno una provenienza di centrodestra. Penso ad esempio ad una figura come quella di Carlo Cottarelli. Le dimissioni della Moratti segnano una svolta perché ora sta a noi costruire una alternativa che tenga insieme i moderati e la sinistra riformista. La campagna elettorale è finita, lo strappo da parte di Carlo Calenda è stato un errore, ma ora dobbiamo guardare al futuro. Costruiamo un percorso comune, a partire dal lavoro nelle istituzioni facendo insieme una opposizione puntuale alle misure identitarie del governo Meloni. Dobbiamo andare oltre l’idea dell’autosufficienza del Pd», conclude.