Walter Veltroni difende il suo Pd: "No allo scioglimento ma ritroviamo la nostra identità"
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Walter Veltroni difende il suo Pd: "No allo scioglimento ma ritroviamo la nostra identità"

Walter Veltroni sul futuro del Pd: "In 14 anni il Pd ha perso circa sette milioni di voti: la prima cosa da fare non è allearsi con Conte o Calenda, ma riallearsi con quei sette milioni di elettori".

Walter Veltroni difende il suo Pd: "No allo scioglimento ma ritroviamo la nostra identità"
Walter Veltroni
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5 Ottobre 2022 - 10.47


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Il padre fondatore del Pd, Walter Veltroni, in un’intervista a La Stampa si è detto contrario allo scioglimento del partito dopo la pesante sconfitta elettorale dello scorso 25 settembre.

«Assistiamo al paradosso per cui chi ha dimezzato i voti esulta, e un partito che ha quasi il 20% discute se sciogliersi. Il Pd più che una sconfitta elettorale ha subito una sconfitta politica, rischia molto se non coltiva la sua identità e se non cambia profondamente»

«Nel 2007 cercammo di dire che il Pd non era l’alfa privativo, quello che era rimasto dopo la fine dei partiti del `900, ma una bellissima identità propria, il soggetto che coniugava, senza la costrizione delle ideologie, la radicalità del riformismo con la pienezza delle libertà. Non doveva essere un indistinto affetto da moderatismo né una sinistra minoritaria alla disperata ricerca di alleanze”.

«In 14 anni il Pd ha perso circa sette milioni di voti: la prima cosa da fare non è allearsi con Conte o Calenda, ma riallearsi con quei sette milioni di elettori. Se il 36 per cento degli elettori non è andato a votare: un ceto politico riflessivo si dovrebbe fermare a parlare di questo», aggiunge l’ex sindaco di Roma.

«Non sarà risolutiva l’ennesima testa di segretario che rotola, ma la capacità di ritrovare quella doppia dimensione, concretezza sociale e idealità, che ha costituito il meglio della storia della sinistra. Le persone si convocano sempre attorno a un sogno, non a una paura», osserva ancora Veltroni.

«Sento chi dice di cambiare nome al Pd: è come se stai male e per reazione alla malattia, anziché curarti cambi nome. La sinistra riformista deve togliersi dalla testa l’idea di essere superiore, che chi la pensa diversamente, a destra o più a sinistra, è un incolto o un’anomalia.

«Serve recuperare umiltà intellettuale, e sentirsi una parte, non il tutto. Vogliamo dire la verità? È stato giusto difendere la premier finlandese Sanna Marin quando è stata criticata dopo le foto di una festa, ma immagino cosa si sarebbe detto a sinistra se fosse successo a Giorgia Meloni».

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