Enrico Letta attacca il fuoco amico di Calenda e Conte. E poi annuncia il Congresso a marzo
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Enrico Letta attacca il fuoco amico di Calenda e Conte. E poi annuncia il Congresso a marzo

"E' un risultato insoddisfacente, ce l'abbiamo messa tutta, ma non è stato sufficiente".

Enrico Letta attacca il fuoco amico di Calenda e Conte. E poi annuncia il Congresso a marzo
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26 Settembre 2022 - 12.36


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“Abbiamo fatto la scelta di difendere la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dell’antifascismo. Non permetteremo che quella Costituzione, la più bella del mondo, venga stravolta dalla destra”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, al comizio in Piazza del Popolo a Roma con cui viene chiusa della campagna elettorale della lista Pd-Italia democratica e progressista.


La Piazza del Popolo targata Pd ha fatto il controcanto a quella vista il giorno prima, con la manifestazione di centrodestra chiusa da Giorgia Meloni.

Dopo “Bella ciao” suonata dall’orchestra e cantata da big e militanti, dopo una “Live Is Life” sparata dagli altoparlanti, Enrico Letta è salito sul palco attaccando la leader di FdI che, in quella stessa piazza, aveva annunciato che il centrodestra è pronto a fare la riforma presidenzialista anche da solo. “Abbiamo fatto la scelta di difendere la Costituzione italiana e lo faremo”. E poi, sulla pandemia: “La piazza vera è quella di stasera – ha continuato Letta – non quella di ieri che ha pronunciato parole intollerabili su Covid, vaccini, scienza e salute. L’Italia vuole andare avanti”.

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La guerra di Piazza del Popolo è stata un anticipo scenografico della battaglia vera, quella di domenica, quando i conti si faranno sul serio, nelle urne. “La nostra è la piazza dell’Italia della speranza, che guarda al futuro, ben diversa da quella delle destre, dell’Italia della paura”, ha detto Letta. “La rimonta di questi giorni è figlia del fatto che nel nostro partito c’è la migliore classe politica sui territori”. Poi l’esortazione finale: “Viva l’Ue, l’Italia democratica e progressista, viva il Pd. Andiamo a vincere”. Se il centrodestra ha fatto sfilare i capi-partito, Letta ha fatto salire sul palco anche i governatori e ha mostrato i videomessaggi dei leader internazionali di sinistra, come il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e l’eurodeputata ungherese Clara Dobrev. Un’altra guerra di immagini: l’europeismo del Pd contro la vicinanza di Meloni e Matteo Salvini al presidente Viktor Orban. “Sono stato criticato perché sono andato a Berlino – ha detto Letta – E’ ovvio loro vanno solo a Budapest”. E poi: “Noi siamo qui per affrontare i problemi e risolverli e lo vogliamo fare con una politica che è unita e soprattutto europea. Viva l’Europa, basta con questa narrazione anti-europea”. Sul palco, prima di lui, due espressioni di quel Pd che Letta ha iniziato a costruire con le Agorà democratiche: Roberto Speranza ed Elly Schlein.

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Le sue parole hanno scaldato i militanti. E mostrando un’anti Meloni: “Sono una donna – ha detto la vicepresidente dell’Emilia Romagna – amo un’altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, siamo persone con i loro diritti”. Applausi anche per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Uno show il suo, con dentro una forte critica (probabilmente non condivisa da Letta) al Reddito di cittadinanza: “Una porcheria che ha mischiato i poveri con i parassiti e i figli di buona donna”.

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