Enrico Letta: "Ecco le tre proposte del Pd per migliorare le condizioni di vita delle italiane"
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Enrico Letta: "Ecco le tre proposte del Pd per migliorare le condizioni di vita delle italiane"

Il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato da Globalist parla di ambiente, agenda sociale e di come Giorgia Meloni relega le donne a un ruolo subalterno"

Enrico Letta: "Ecco le tre proposte del Pd per migliorare le condizioni di vita delle italiane"
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19 Settembre 2022 - 10.18


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Di Claudia Sarritzu e Antonello Sette

Gli ultimi sondaggi davano il Pd in svantaggio ma la vera partita comincia ora: come convincerete gli indecisi e i delusi che sono tentati dall’astensione?

Parlando alle persone delle nostre proposte. Delle misure che metteremo in campo contro il caro bollette, a partire dal tetto al prezzo dell’energia. Delle proposte per difendere l’ambiente e il clima, innanzitutto investendo nelle rinnovabili e adottando un piano di contrasto alla siccità. Degli strumenti che adotteremo per dire stop al lavoro sottopagato e precario, dal salario minimo all’abolizione di stage gratuiti e finti tirocini. Dei diritti che intendiamo riconoscere e tutelare, introducendo il matrimonio egualitario, riconoscendo la cittadinanza ai bambini figli di stranieri che studiano in Italia e approvando finalmente una legge sul fine vita. Tutti temi su cui è evidente la differenza tra noi e la destra. E sono convinto che la maggior parte del Paese sia in sintonia con noi nel volere un Paese più giusto, più libero e più solidale. Un Paese dove tutte e tutti possano sentirsi davvero a casa.

L’ambientalismo è uno dei pilastri del vostro programma: se la sente di dire che la cementificazione selvaggia e lo stupro dei territori appartengono ad un passato che il Pd non farà tornare?

Assolutamente sì, il nostro impegno è scritto nero su bianco nel programma. Dopo il dramma di queste ore nelle Marche è purtroppo evidente a tutti quanto sia prioritario. Vogliamo approvare finalmente una legge sul consumo di suolo, tema sul quale abbiamo già presentato diversi provvedimenti, purtroppo rimasti fermi in Parlamento per l’opposizione delle altre forze politiche. Siamo orgogliosi che le nostre proposte per l’ambiente e per il clima siano state promosse con un voto pari a 8,6 su 10 da un gruppo rigorosissimo e super partes di 20 scienziati ed esperti, istituito dall’Italian Climate Network. La coalizione di destra è invece stata bocciata pesantemente e non è un caso: la sostenibilità è oggi uno dei temi dove è più evidente la differenza di visione tra conservatori e progressisti.

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Il Papa ha ricordato a Confindustria come l’enorme divario tra chi guadagna tantissimo e chi pochissimo sia una profonda ingiustizia. Cosa proponete perché la redistribuzione delle ricchezze sia più equa e garantisca la sopravvivenza alle fasce più deboli?

Nuovi e maggiori investimenti nei servizi essenziali e nei diritti fondamentali, quelli senza i quali si perde ogni opportunità di benessere e di partecipazione alla vita sociale. Penso al lavoro, alla casa, alla salute, all’alimentazione. Il paradosso inaccettabile è che per i più fragili spesso questi diritti sono in conflitto tra loro. L’essere costretti a scegliere tra pagare l’affitto, la spesa o i farmaci di base, in realtà non è una scelta: qualunque di queste rinunce trascina con sé la perdita di diritti essenziali. Accettare un lavoro sottopagato o insicuro, pur di lavorare; abituarsi a vivere in un quartiere insalubre, perché costa poco. Quando si è condannati a questi “compromessi”, il patto sociale che regge una comunità si è già rotto. E sta allo Stato ricucirlo, perché è sua la responsabilità di questa frattura. Per investire in questi servizi e diritti fondamentali è necessario difendere il principio di una tassazione progressiva, per cui chi può permetterselo deve contribuire di più. Le tasse devono essere abbassate alle lavoratrici e ai lavoratori con reddito medio-basso. Non ai più ricchi, come vuole fare la flat tax proposta dalla destra.

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Quali sono le vostre idee per rendere la vita delle donne italiane più semplice? Tre proposte per migliorare la condizione di svantaggio in cui realmente versa metà della popolazione

Come prima cosa lanceremo un Piano Strategico per l’occupazione femminile, sulla linea di quanto voluto dal PD all’interno del PNRR; occorre una nuova visione strategica che prenda sul serio il valore del lavoro femminile, perché gli ostacoli che le donne incontrano nella piena partecipazione alla vita economica del Paese non sono solo uno schiaffo alla dignità e alla libertà di scelte delle dirette interessate, ma impoveriscono tutta l’Italia. Poi introdurremo totale parità nei congedi di maternità e paternità, perché l’Italia ha bisogno di cambiare completamente l’impostazione delle politiche sulla genitorialità: non si tratta di creare eccezioni o deroghe per le mamme lavoratrici, ma di strutturare regole e servizi che permettano di essere genitore senza dover necessariamente costringere le donne, su cui si scarica la responsabilità della famiglia, a compiere sacrifici o rinunce. Infine, vogliamo difendere il diritto dell’aborto, oggi apertamente sotto attaccato da parte delle destre; non dobbiamo solo evitare che l’Italia faccia passi indietro, ma dobbiamo anche riuscire a garantire una piena e più attenta applicazione delle regole, a partire dalla possibilità di poter accedere a una interruzione di gravidanza in maniera sicura in tutte le strutture pubbliche.

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Giorgia Meloni ha affermato che con la sua vittoria si romperebbe il ‘tetto di cristallo’. Basta essere donna per mettere in pratica politiche in favore dell’emancipazione delle donne?

No, lo ha detto molto bene una delle nostre candidate di punta, Elly Schlein: c’è molta differenza fra leadership femminili e leadership femministe. La visione della destra, anche la visione di Giorgia Meloni, continua a relegare le donne a un ruolo subalterno, inchiodate a un destino già scritto di angelo del focolare. Lo dimostrano gli attacchi al diritto all’aborto, il silenzio sull’occupazione femminile, l’assurda opposizione a ogni politica di contrasto agli stereotipi di genere. Le tre proposte che ho citato prima invece hanno un elemento in comune: la difesa del diritto delle donne all’autodeterminazione. Perché sono convinto che la politica abbia la responsabilità di creare le condizioni che rendono possibile una reale parità.

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