Questa campagna elettorale è un incubo
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Questa campagna elettorale è un incubo

Elezioni e storia di un sogno nel quale è arrivata una telefonata di Berlusconi che mi ha chiesto di aiutarlo a sollevare la disastrosa campagna elettorale

Questa campagna elettorale è un incubo
Silvio Berlusconi
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David Grieco Modifica articolo

7 Settembre 2022 - 10.28


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Sarà che ho mangiato male, sarà che ero molto angosciato da tutti gli appelli elettorali sempre più inneggianti alla vita o la morte, sarà che prima di andare a letto avevo visto una irresistibile imitazione di Giorgia Meloni sfornata da Maurizio Crozza, fatto sta che ho dormito veramente male.

Ho sognato Berlusconi. Ho sognato Silvio Berlusconi senza neppure vederlo. Lui mi ha telefonato nel cuore della notte e mi ha attaccato un pippone bestiale. Ha esordito dicendo che chiamava proprio me che ho sempre parlato e scritto male di lui perché non ha più accanto a sé qualcuno di cui fidarsi e preferirebbe fare affidamento su un piccolo, vecchio, anonimo avversario per risollevare la sua disastrosa campagna elettorale. “Ma l’ha visto che cazzo mi hanno fatto fare su Tik Tok?”, mi ha detto sinceramente scandalizzato.

Poi Berlusconi mi ha parlato del vuoto abissale della sinistra, mi ha detto e ripetuto che come è noto lui sotto sotto è sempre stato di sinistra e mi ha chiesto di aiutarlo per rovesciare i suoi messaggi da destra a sinistra nei pochi giorni che restano da qui al fatidico 25 settembre. Gli ho ovviamente risposto che non se ne parlava nemmeno e lui, altrettanto ovviamente, ha cominciato a offrirmi soldi, tanti soldi, sempre più soldi. Non ricordo le cifre perché non erano alla mia portata, so solo che gli parlavo sopra per cercare di non ascoltarle e di non cadere in tentazione. Quando finalmente ci siamo calmati entrambi, Berlusconi mi ha detto: “Lo so che lei è una persona integerrima e non ama i soldi. Allora le offrirò un compenso onesto, sincero e simbolico. Un gelato. So che lei va pazzo per il gelato. Guardi, il gelato la sta aspettando. Alla gelateria sotto casa sua. La prego, ci vada. Si è già sciolto ma lo hanno appena rifatto e continueranno a rifarlo. Se non lo vuole fare per me, lo faccia per il gelataio che è costretto a stare aperto finché lei non si presenta…”

Che dovevo fare? Sono andato dal gelataio, e mentre mangiavo il gelato sono rimasto a parlare con Berlusconi che mi chiedeva consigli su una nuova, urgentissima strategia elettorale. Mentre il gelato scolava spesso sul mio pigiama ho tentato di spiegargli che la coerenza in politica la ritengo fondamentale e che non si possono fare piroette come quella che avrebbe in mente lui perché gli elettori giustamente non si fiderebbero. A quel punto Berlusconi è improvvisamente andato su tutte le furie. “Ma che cazzo dice, scusi? Ma non la vede la Meloni che ora fa la socialdemocratica e telefona pure a Draghi per chiedere consigli? E Calenda? E Renzi? E Conte con Putin e con Trump? Dicono tutto e il contrario di tutto nel giro di un attimo e sono tutti in ascesa nei sondaggi.

Lei è proprio un ingenuo, sa?…Del resto, è per questo che lei mi piace. Allora che fa, me la dà una mano? Guardi che il tempo stringe”. Non gli ho ancora risposto. Sto ancora seduto su una panchina con il gelato in mano. È ancora notte. Qualcuno mi svegli, per pietà.

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