Salvini incalzato da Avvenire: "Ecco il vero significato della parola Credo"
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Salvini incalzato da Avvenire: "Ecco il vero significato della parola Credo"

Salvini: "Credere, nella lingua italiana, significa `ritenere vera una cosa´, insomma essere persuasi della sua verità. Persuasione a cui si arriva per esperienza o per ragione non per rivelazione".

Salvini incalzato da Avvenire: "Ecco il vero significato della parola Credo"
Matteo Salvini
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17 Agosto 2022 - 10.19


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Matteo Salvini, per questa campagna elettorale, ha ancora una volta puntato sulla religione per provare a convincere il suo elettorato, dopo i disastri combinati negli ultimi anni. Con il motto “Credo” che campeggia in tutta Italia, il leader della Lega si è visto ribattere dal quotidiano “Avvenire”, che nei giorni scorsi ha argomentato il vero significato del concetto del “Credo”.

Bisogna distinguere, sostiene il leader leghista, tra il “credere teologico, che per un liberale e democratico può esprimersi, se credente, solo verso la divinità, e un credere laico. Credere, nella lingua italiana, significa `ritenere vera una cosa´, insomma essere persuasi della sua verità. Persuasione a cui si arriva per esperienza o per ragione non per rivelazione”.

Professa Salvini: “Credo nel valore della vita, da preservare dall’inizio alla fine. Credo nel ruolo fondamentale dei Centri di aiuto alla vita, che da decenni in tutta Italia aiutano ragazze e donne a diventare mamme; credo nella lotta a ogni genere di droga; credo nel ruolo fondamentale di associazioni, parrocchie e comunità locali (dove governiamo cerchiamo di sostenere queste realtà in ogni maniera possibile). Se il relativismo ha contribuito a corrodere la società occidentale, ritornare ad avere fiducia in valori e obiettivi alti è a mio avviso il presupposto per la rinascita del nostro Paese”.

“È questa la sfida che deve coinvolgere credenti e non credenti: riconoscersi in un sistema di valori condiviso per recuperare quel senso di unità fra i consociati, nel segno del primato della persona umana, abbandonando la `brutta´ politica fatta di odio, maldicenza, sospetti, insinuazioni, insulti. Una politica che riparta, in definitiva, da un gesto di fiducia, ovvero un atto laico di fede: credere nel prossimo e nel nostro Paese”, conclude.

Risponde Marco Tarquinio, direttore del giornale, che l’autore di quelle puntualizzazioni “è un grande teologo e nel suo profondo commento, ha anche e soprattutto ricordato che affermare `credo´, ovunque ma in particolare in un Paese di straordinaria tradizione cristiana come l’Italia, è espressione che reclama coerenza e non resta mai senza conseguenze, anche laiche, cioè civiche e civili. In particolare – aggiunge Tarquinio – in ordine all’accoglienza e alla tutela rispettosa della vita, che sia `produttiva´ o imperfetta o malata, assediata dalla guerra o al suo ultimo termine, nascente o migrante. È qui che si sostanzia quel “primato della persona umana” che lei richiama e che è un’idea-guida solidale davvero importante, esigente e a volte anche benedettamente scomoda” 

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