L'auto-proclamato salvatore dell'Italia Berlusconi pensi al Monza e lasci le nipotine di Mubarak
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L'auto-proclamato salvatore dell'Italia Berlusconi pensi al Monza e lasci le nipotine di Mubarak

Cosa capiterebbe all'Italia se malauguratamente dovesse finire nelle mani di chi ignora i principi elementari che ne regolano la funzione e il rapporto tra le istituzioni.

L'auto-proclamato salvatore dell'Italia Berlusconi pensi al Monza e lasci le nipotine di Mubarak
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Nuccio Fava Modifica articolo

14 Agosto 2022 - 09.49


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Non era una cosa seria ma grave e preoccupante si. L’autoproclamatosi da sempre leader e salvatore della patria, regolatore e mediatore tra le anime rissose del centrodestra, cioè Silvio Berlusconi, tornava in scena con una sparata delle sue: se vince il centro destra bisogna passare alla repubblica presidenziale e fare eleggere il Presidente direttamente dai cittadini.

Uno sconquasso istituzionale perché tirava in ballo Mattarella nel già complesso putiferio della campagna elettorale, in un ruolo che assolutamente la Costituzione  non prevede.

Già però il Cavaliere ci aveva provato prima del fallimento della presidente del Senato, presentandosi come possibile racimolatore di consensi di un centro destra diviso già durante le votazioni allo scadere del settennato di Mattarella e non in grado di raggiungere i voti per l’elezione del successore neppure quando il numero dei suffragi richiesti era diventato il più basso.

Si dette da fare anche allora il Cavaliere auto assegnandosi una funzione di mediatore protagonista che per la verità non ebbe alcun riscontro e furono l’insieme dei capigruppo di Camera e Senato che chiesero a Mattarella di sobbarcarsi l’onere di un secondo mandato.

Ma questa vicenda dell’auto candidatura è gravissima perché mostra, anche all’estero, quale sarebbe la condizione del nostro Paese se malauguratamente dovesse finire nelle mani di chi ignora i principi elementari che ne regolano la funzione e il rapporto tra le istituzioni.

Ben altre doti di equilibrio e saggezza sarebbero richieste ad un reggitore della cosa pubblica, ad un amministratore onesto e scrupoloso nell’amministrazione delle risorse della comunità  e dell’utilizzo dei fondi necessari per garantire al massimo condizioni migliori di vita ai suoi amministrati, specie più bisognosi e fragili.

Ci è invece accaduto di avere in famiglia qualche zio generoso spendaccione o distratto affabulatore per divani e salotti molto buoni e generosi, ma a cui sarebbe temerario affidare incarichi o compiti di una qualche responsabilità.

In qualche modo e senza mancare di rispetto il buon Berlusconi ci sembra una di queste figure della commedia italiana, ammalato di una malintesa passione politica e di un’altra invincibile attrazione: quella del pallone che finalmente ha trovato, dopo le gloriose imprese milaniste un favoloso sbocco nella promozione del Monza in serie A. Tutto il resto, comprese le nipotine di Mubarak, dovrebbero definitivamente essere abbandonate per il bene dell’Italia e dello stesso Berlusconi.

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