Quelle di Berlusconi sono pillole di destra classista mascherate da bonomia
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Quelle di Berlusconi sono pillole di destra classista mascherate da bonomia

Si parla di milioni di posti di lavoro o di una riduzione di tutte le tasse a un solo gradino, il 23%, uguale per impiegati, insegnanti, imprenditori, calciatori , attori, cantanti e così via.

Quelle di Berlusconi sono pillole di destra classista mascherate da bonomia
Silvio Berlusconi
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Nuccio Fava Modifica articolo

6 Agosto 2022 - 23.48


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Forse in gran parte è un grave errore in cui cadono tutti destra e sinistra. Addirittura anche quel marpione di Berlusconi che ha migliorato la forma-  riducendo fortemente la durata dei suoi interventi- che restano però inesorabilmente pillole di destra classista, contrabbandate con bonomia come semplificazioni scontate della vita pratica di ogni giorno: si tratti di milioni di posti di lavoro o di una riduzione di tutte le tasse a un solo gradino, il 23%, uguale per impiegati, insegnanti, imprenditori, calciatori , attori, cantanti e così via.

Una balla evidente che ci si illude di potere fare cadere tranquillamente nel contesto di un dibattito o meglio di una singola dichiarazione, senza lasciare neppure il tempo di rifletter e e di chiedersi della sua plausibilità.

Eppure basta ricordare cosa è accaduto all’Italia degli anni ’90 e durante il dialogo con Vespa in uno studio Rai, per verificare retroattivamente quanto una mera costruzione retorica e propagandistica abbia fatto male all’Italia e a tutti i suoi cittadini, soprattutto più giovani. E’ sicuramente un esempio fin troppo facile e che del resto per colpa anche di noi giornalisti ha portato ad una singolare numerazione delle repubbliche , fino quasi a perderne il conto. Come del resto per l’età anagrafica di alcuni leader e il loro interrogarsi o pretendere la presentazione in lista come diritto di successione ottenuto una volta per tutte.

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L’esempio più clamoroso è stato in questa ultima stagione all’interno dei 5stelle e alle piroette tutt’ora in corso del suo presidente Conte. Al contrario una prova positiva di tenuta e di chiara consapevolezza del momento storico l’ha offerta il segretario del Pd che è riuscito a mantenere in vita il rapporto originario di lealtà con Calenda recuperando al tempo stesso in extremis l’alleanza a sinistra che consente con qualche realismo di guardare con possibile fiducia al confronto con il centro destra.

Purtroppo il sistema italiano da tempo non riesce più ad esprimere un nuovo asse centrale di governo e di stabilità del sistema e costringe l’insieme delle forze politiche ad auspicare riforme costituzionali di importazione d’oltralpe o sistemi di alleanze elettorali di dubbia fattibilità e soprattutto tenuta.

La riduzione dei parlamentari e l’accentuazione del carattere maggioritario hanno reso ancora più precaria la situazione e difficile al limite le stesse garanzie democratiche per il funzionamento del sistema. Staremo a vedere, ma i segnali sin qui espressi annunciano il rischio di una battaglia molto aperta sino all’ultimo con proposte discutibili come la scelta del semipresidenzialismo alla francese o l’eccitazione un po’ smisurata per una intervista della leader dei Fratelli d’Italia ad una televisione d’oltre oceano, notoriamente di destra, e con un collega non troppo preparato in storia d’Italia e di vicende europee di non minore rilievo.

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In termini più generali ci parrebbe che tutte le forze politiche dovrebbero abbandonare la concezione della campagna elettorale concepita soprattutto come strumento di manipolazione e di conquista del voto con ogni mezzo. Vale per tutti, ma certo fa impressione vedere Salvini, girovagare tra gli scogli di Lampedusa auspicando che quella sola immagine possa evocare la tragedia dell’emigrazione e ragione più che sufficiente per fare assegnare a se o almeno ad un esponente leghista la titolarità del Viminale.

Non sono soltanto errori marchiani di comunicazione ma rendono precaria e non affidabile l’insieme dei messaggi espressi da quella forza politica. Ma l’ammaestramento dovrebbe valere per tutti leader e candidati. Brutalmente: non raccontate fandonie , non stravolgete avvenimenti e prese di posizione , ma sforzatevi di persuadere e convincere gli interlocutori , specie i giovani che soffrono particolarmente una profonda crisi di fiducia nei confronti della politica.

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