Il 'matrimonio' tra Pd e Azione sarà fecondo? Al momento si pensa ai 'conti della serva', ossia le liste
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Il 'matrimonio' tra Pd e Azione sarà fecondo? Al momento si pensa ai 'conti della serva', ossia le liste

Bisognerà aspettare il 12 agosto per conoscere le liste del Pd e conseguentemente i nomi che Letta dovrà necessariamente sacrificare sull'altare delle strane nozze con Calenda. In attesa di capire Fratoianni e Bonelli

Il 'matrimonio' tra Pd e Azione sarà fecondo? Al momento si pensa ai 'conti della serva', ossia le liste
Il patto tra Pd e Azione
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3 Agosto 2022 - 17.48


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La battuta che gira in Transatlantico in queste ore febbrili rende perfettamente l’umore dei prossimi ‘donatori’ che dovranno dare spazio ai 18/20 collegi accordati a Calenda, oltre al diritto di tribuna che sarà garantito ai cespugli. “Ho da vendere una catapecchia a Bitonto, che varrà si e no 200 mila euro. Puoi sentire Letta se è interessato a comprarla per 600 mila euro?”.


Fuor di metafora, significa che nel corpaccione del partito responsabile, prospera l’idea che l’intesa firmata in extremis con il leader di Azione e quello di Più Europa sia stata pagata a prezzi molto superiori a quelli previsti dal mercato.


Ora bisognerà aspettare il 12 agosto per conoscere le liste del Pd e conseguentemente i nomi che Letta dovrà necessariamente sacrificare sull’altare delle strane nozze con Calenda.


Verosimilmente il segretario del Pd dovrà chiedere un sacrificio a tutte le correnti interne, nessuna esclusa.
Al calcolo dei contributi, non potranno sottrarsi neanche i nuovi arrivati di Leu, che erano convinti di eleggere tra i 5 ed i 6 rappresentanti in Parlamento (il ministro Speranza, Fornaro, Guerra, Stumpo, Scotto, Errani) ma che ora dovranno rivedere le loro cifre al ribasso, così come i ¾ di maiani che pensavano di usufruire del diritto di tribuna. A questi vanno aggiunti Fratoianni ed i Verdi, se confermeranno la loro presenza nelle liste dem.
Ma lo strano matrimonio di ieri non può essere risolto solo con ‘i conti della serva’, che pure naturalmente impazzano nei corridoi della politica.

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Non sarà una Bad Godesberg come l’ha definita un po’ troppo enfaticamente Francesco Merlo su Repubblica, ma ciò nonostante l’intesa raggiunta negli uffici della Camera a suo modo può porre le basi di una nuova divisione di ruoli tra la sinistra e l’area moderata, che ricorda da vicino la storia dei Ds e della Margherita.
Una profezia che a suo modo fece anche Goffredo Bettini, all’indomani della scissione di Italia Viva, quando invitò i riformisti del Pd ad uscire dal partito per unirsi ai moderati messi in campo da Matteo Renzi, prefigurando una riedizione dei Ds e della Margherita.


Bettini sbagliò solo la previsione su Italia Viva, ma se sostituiamo il nome della creatura di Renzi a quella attuale di Calenda, lo schema potrebbe restare invariato.


Se partiamo dall’assunto che ‘la sinistra sono io’, come ha detto nei giorni scorsi Enrico Letta, e come sarà evidente anche leggendo i nomi dei candidati dem (da Orlando a Provenzano, da Speranza a Elly Schlein), Carlo Calenda è più che titolato ad assumere le vesti che a suo tempo indossò Francesco Rutelli.

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La sua Azione, certo, sarebbe una Margherita 4.0, molto più liberaldemocratica che cattolica, molto più legata alla storia del mitico Partito d’Azione, ma con la medesima funzione di parlare e di rappresentare quella parte del Paese da sempre moderata, che un po’ ha votato Forza Italia, un po’ ha votato il Pd con Renzi segretario, e che ora è certamente in cerca di una nuova casa.


La sinistra 4.0 che ha in mente Letta è invece uno strano animale, con il corpo chiaramente in sintonia con la storia del Pci-Pds-Ds, e la testa invece in mano ad un manipolo di democristiani cresciuti in vitro nei laboratori dell’Arel sotto il benevolo sguardo di Beniamino Andreatta.


Gli sposi andranno incontro ad una convivenza feconda? Quanto durerà la loro storia d’amore?
Domande alle quali si potrà cominciare a rispondere dal 25 settembre, partendo da tre dati, il primo è se Azione nel proporzionale supererà e di quanto il 3%, il secondo se Letta nella coalizione raggiungerà o supererà il 33%, la terza quale percentuale peserà la sfida solitaria di Matteo Renzi?.

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