Letta: "Putin applaude se domani cade il governo"
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Letta: "Putin applaude se domani cade il governo"

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, intervistato alla Festa dell'Unità a Roma: "Domani è in gioco anche il tema della risposta europea a questa crisi enorme"

Letta: "Putin applaude se domani cade il governo"
Enrico Letta
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19 Luglio 2022 - 17.09


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Parole poco diplomatiche. «Non c’è dubbio che se domani cadesse il governo Draghi, un applauso di soddisfazione salirebbe da Putin e dal Cremlino. Domani è in gioco anche il tema della risposta europea a questa crisi enorme: le scelte che avverranno domani hanno un’importanza fondamentale per la politica estera e per l’Europa».

Lo ha detto il segretario nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, intervistato alla Festa dell’Unità a Roma. «Una forza rinnovata al governo Draghi è importante». Il voto di fiducia al governo «per me sarà doppio: per quello che faremo per l’Italia», ma anche «per l’Europa e per contrastare la guerra in Ucraina», ha sottolineato. 

La riunione del coordinamento

Il partito democratico insiste nel voler arrivare fino alla scadenza naturale della legislatura. Il Pd quindi sostiene Mario Draghi e auspica che il premier raccolga gli appelli a restare fino a fine legislatura. E’ questo il senso del coordinamento riunito all’ora di pranzo da Enrico Letta, dopo l’incontro con il premier. Alla riunione hanno partecipato anche i tre ministri – Lorenzo Guerini, Dario Franceschini e Andrea Orlando – e il segretario era in collegamento da remoto.

Nessuna parola da Letta, raccontano, sul colloquio con Draghi: il segretario si sarebbe limitato a ribadire la linea di pieno sostegno al premier, sottolineando gli appelli a restare che arrivano dal paese, oltre che dalle forze politiche e dalle categorie sociali. L’auspicio che emerge dal coordinamento democratico è che il premier raccolga gli appelli a restare che arrivano in queste ore.

Il Pd, avrebbe spiegato il segretario, lavora per ricostruire la maggioranza che ha governato in questi mesi. Non sarebbe stata valutata, secondo quanto viene riferito, l’ipotesi della scissione dentro M5s ma più di un partecipante all’incontro spiega: “E’ chiaro che lavoriamo per tenere dentro tutti, il più possibile, anche Giuseppe Conte. Lì c’è un dibattito in corso e noi dobbiamo mostrare di rispettarlo. Ma è chiaro che l’obiettivo è quello andare avanti, con la maggioranza di prima o con qualcosa che si avvicini il più possibile a quella maggioranza”.

Tradotto, il Pd ci prova a convincere Conte, ma se i 5 stelle si rompono si andrà avanti con chi ci sta, cioè con Luigi Di Maio e con la pattuglia che dovrebbe seguire Davide Crippa e votare comunque la fiducia al governo.

Oltre a Letta, raccontano, sono intervenuti – tra gli altri – le due capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, il vice-segretario Giuseppe Provenzano, Roberta Pinotti, Walter Verini, Goffredo Bettini (in collegamento dalla Thailandia), Andrea Marcucci.

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