Dopo la scissione tra Di Maio e Conte comincia una partita a scacchi mentre in campo largo di Letta rischia di esplodere
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Dopo la scissione tra Di Maio e Conte comincia una partita a scacchi mentre in campo largo di Letta rischia di esplodere

Il campano scommette sulla fuoriuscita di Conte dal governo, che gli lascerebbe ampi spazi di manovra anche nella coalizione che Letta dovrà ricostruire dalle macerie. In caso contrario dovrà tentare di essere uno dei federatori del terzo polo

Dopo la scissione tra Di Maio e Conte comincia una partita a scacchi mentre in campo largo di Letta rischia di esplodere
Giuseppe Conte e Luigi Di Maio
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22 Giugno 2022 - 11.07


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La colonna sonora di una giornata a suo modo storica è un evergreen di Peppino Di Capri ‘ma io devo festeggiare la fine di un amore, cameriere champagne’. La polvere di stelle invece la presta la festicciola improvvisata ieri verso le 19 negli uffici del Senato del fu primo gruppo parlamentare della legislatura. Cori da stadio e Brindisi accolgono i senatori rimasti con Conte, proprio quando le agenzie di stampa battono i contorni e l’entità della scissione provocata da Luigi Di Maio.

Paola Taverna e Gianluca Castaldi partecipano alla festa di liberazione dell’ingrato compagno di barricate, ancora inconsapevoli della loro ‘morte’ annunciata. Per il M5S contiano la giornata di ieri segna una debacle completa su tutti i fronti. Non più il gruppo parlamentare più affollato della legislatura, ma soprattutto il dato politico è che i 5 stelle perdono anche il ruolo politico determinante che avevano conquistato nel 2018.


Sempre per effetto della scissione di Di Maio, Conte è costretto a cambiare in corsa il film della giornata, arrendendosi completamente a Draghi, sulla nota questione delle armi. Il fu glorioso avvocato del popolo, insieme ai fedelissimi di Leu, aveva pensato di distinguersi dall’odiato successore, distinguendosi sulla risoluzione poi approvata a grande maggioranza.

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Verso le 16 del pomeriggio il leader di quello che è rimasto del M5S, ha capito che non allineandosi al governo, avrebbe lasciato il campo totalmente Libero agli europeisti raccolti dal ministro degli Esteri. Così dopo 10 e passa ore di tira e molla, i due capogruppi rimasti fedeli all’avvocato della provincia di Foggia, consegnano le loro firme all’atto che consentirà all’esecutivo totale autonomia decisionale sulla guerra in Ucraina. Una totale debacle, per l’appunto, alla quale va aggiunta la considerazione che nella delegazione 5 stelle al governo resta il solo ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, mentre Di Maio porta nel nuovo gruppo tutta l’area influente del sottogoverno come i sottosegretari Sileri, Castelli e Di Stefano.


Ora tra Conte e Di Maio inizia una partita a scacchi che si preannuncia snervante, il campano scommette sulla fuoriuscita di Conte dal governo, che gli lascerebbe ampi spazi di manovra anche nella coalizione che Enrico Letta dovrà ricostruire dalle macerie. In caso contrario Di Maio dovrà tentare di essere uno dei federatori del terzo polo, superando l’ostilità del bizzoso Calenda.

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Di Conte s’è già ampiamente detto anche su Globalist, il suo sogno era di tentare le sorti da solo come un novello Melenchon di casa nostra, la scissione certamente gli complicherà la vita.
L’altro vero sconfitto di ieri è Enrico Letta, il suo campo largo è definitivamente esploso tra le esplosioni grilline. La previsione del dem Andrea Marcucci che aveva anticipatamente scommesso sul rapporto con Di Maio, fa proseliti a vista d’occhio.


“Letta ci dovrebbe spiegare perché tiene in vita un leader ambiguo come Conte e regala al neonato Centro un esponente atlantista come Di Maio? Vedrà che Il segretario del Pd sarà costretto a ripartire da zero”, si spinge nella calca del Transatlantico un senatore di Base Riformista.


Quello che è certo è che i prossimi mesi saranno molto interessanti, la profezia di Matteo Renzi si sta avverando. All’indomani dell’ insediamento di Draghi, il leader di IV disse: “con lui a Palazzo Chigi, niente sarà come prima”.

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