Di Maio: "Contro di me odio e livore, tutti vogliamo la pace ma Putin continua a bombardare"
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Di Maio: "Contro di me odio e livore, tutti vogliamo la pace ma Putin continua a bombardare"

Il ministro degli Esteri sulla rissa interna a M5s che secondo molti potrebbe terminare con espulsioni e scissioni,

Di Maio: "Contro di me odio e livore, tutti vogliamo la pace ma Putin continua a bombardare"
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19 Giugno 2022 - 17.52


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Di Maio, la premessa è necessaria: quando lui parla di partito dell’odio dovrebbe ricordare – e chiedere scusa – la campagna contro Mattarella, la cacciata di persone perbene come Pizzarotti assaltati dagli squadristi della rete, le sue vergognose parole sul Pd, partito di Bibbiano con il quale ora è alleato.

Poi si può discutere anche dell’oggi, che però è la continuazione di ieri. Dai dirigenti del M5s sono giunte parole di «odio e livore» verso il ministro degli Esteri. Lo scrive il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, in una nota.

«La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati».

«Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese» prosegue Di Maio. Il ministro sottolinea che «nel frattempo dobbiamo rimanere uniti per vincere in Ue la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas, per contrastare le speculazioni e tutelare famiglie e imprese italiane».

«Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue».

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