Letta tra palazzo Chigi e Parigi mentre in Emilia Romagna c'è chi si allena per la successione...
Top

Letta tra palazzo Chigi e Parigi mentre in Emilia Romagna c'è chi si allena per la successione...

In un primo momento, Letta ha pensato di potersi trasferire a Palazzo Chigi, più si avvicinano le elezioni, più è tornato a prendere in considerazione il ritorno a Parigi.

Letta tra palazzo Chigi e Parigi mentre in Emilia Romagna c'è chi si allena per la successione...
Enrico Letta
Preroll

Phil Modifica articolo

9 Giugno 2022 - 12.28


ATF

L’epitaffio lo ha scritto Claudio Velardi su Twitter oggi: quando prende posizioni coraggiose su temi cruciali come la guerra, subito si butta a sinistra su altri (lavoro, ambiente). Il soggetto è chiaramente il Pd, reduce ieri nell’Europarlamento, da una cocente sconfitta, con il gruppo che ha votato in tre modi diversi.


Niente di nuovo in Italia, dove Letta tutte le volte che ha tentato l’aula su un feticcio ideologico, è dovuto tornare a casa, con le pive nel sacco. Non c’è solo il caso eclatante del ddl Zan, ma la sparizione immediata della cosiddetta tassa per i 18enni, lo ius culturae, e rischia di fare la stessa fine l’intestardimento sul salario minimo.
Sull’estremismo ambientale, ci ha pensato Bruxelles e la presa di distanza del ministro Cingolani, che si è detto d’accordo sulla posizione del Ppe.


A meno di un anno dalle elezioni, nel Pd ci si interroga sulla strategia parlamentare del segretario. ‘Letta da quando è stato eletto ha nel mirino solo le elezioni’, osserva un frequentatore del Nazareno, ‘non gli interessa se un provvedimento sia approvato o meno, gli basta solo che sveli agli elettori l’identità ed il posizionamento del Pd. Si è visto benissimo sullo Zan, Letta ben sapeva che il ddl non poteva passare, voleva solo far vedere alla sinistra che lui era capace di andare fino in fondo, in poche parole che ci si doveva fidare’.


Un’apertura di credito che pochi mesi dopo gli è tornata comoda sulla guerra in Ucraina, per far ingoiare qualche boccone amaro alla stessa sinistra, ai vari Orlando e Provenzano, che sul conflitto erano naturalmente più sintonizzati sulle posizioni di Landini, che non su quelle del ministro della difesa Guerini.


La stessa tattica che ora, il ‘pisano’ adotta con i moderati per il grande abbraccio con Conte. ‘Non preoccupatevi del M5S, ci sono qua io a rappresentarvi, che sono un democristiano e la penso come voi’.


Così se l’avvocato del popolo non farà altre follie, il matrimonio con il movimento di Grillo si consumerà.
Con quali vantaggi, si chiedono i parlamentari del Pd, che in gran maggioranza non sono stati sedotti dal loro segretario?


“È presto detto”, ribatte un consulente che passa le giornate sulla grande terrazza che guarda la Rinascente di via del Tritone, “un voto in più è meglio di un voto in meno, e secondo Letta, Conte allarga l’alleanza, ovvero porta voti che il Pd da solo non prenderebbe”.


In un primo momento, Letta ha pensato di potersi trasferire a Palazzo Chigi, più si avvicinano le elezioni, più è tornato a prendere in considerazione il ritorno a Parigi. Quello che è certo, è che il segretario non resterebbe a gestire la sconfitta. Per la sostituzione, è già pronto il candidato in ombra, lo stesso che cominciò ad allenarsi all’indomani delle improvvise dimissioni di Zingaretti. La sua palestra attualmente è nella sede della Regione Emilia-Romagna.

Native

Articoli correlati