M5s, Conte: "Non vogliamo mettere in difficoltà il governo"
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M5s, Conte: "Non vogliamo mettere in difficoltà il governo"

Giuseppe Conte precisa il suo dissenso sulle armi a Kiev: "Non credo che il governo italiano, dopo tre invii di forniture, si debba distinguere per continuare a riarmare l'Ucraina"

M5s, Conte: "Non vogliamo mettere in difficoltà il governo"
Giuseppe Conte
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19 Maggio 2022 - 15.10


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il leader del M5S, Giuseppe Conte fa delle precisazioni importanti sulle intenzioni del movimento: “Non siamo qui per creare difficoltà al governo, altrimenti non lo avremmo fatto partire con il nostro consenso, con un nostro atto di responsabilità, non è certo un nostro obiettivo metterlo in difficoltà. Leggo alcuni commenti ingenerosi, sento parlare di fibrillazioni, di logoramento… Ma noi ce lo ricordiamo cosa significa logoramento? Quando mi hanno fatto cadere? Quando chiedevano di inserire nel Pnrr cose impossibili come lo Stretto di Messina o il Mes ogni giorno, che sembrava indispensabile per andare avanti. Il M5S porta semplicemente avanti le sue idee, le sue battaglie”.

Conte ha parlato, intervenendo all’evento “Pnrr: priorità e futuro dell’Italia” promosso da Aepi e Adnkronos. Oggi il M5S “inizia a esprimere la sua coerenza, anche la sua forza politica, che a qualcuno sta dando fastidio”, afferma il leader pentastellato. “Saremo compatti più che mai, perché questo progetto politico è molto forte ed è destinato a esprimere una grande linea di coerenza”. “Se oggi il M5S, dialogando con la cittadinanza, vuole fare un punto sullo scenario di guerra attuale e sulla posizione dell’Italia, sull’indirizzo dell’Italia nei consessi internazionali, cos’è, una fibrillazione, un logoramento?”, chiede Conte.

Con il Pd “il dialogo andrà avanti, assolutamente sì, anche se ci sono divergenze o diverse sensibilità, io sono per affrontarle senza finzioni, con un confronto pubblico. Voglio prevalga il confronto, perché quando i problemi ci sono e non si chiariscono poi le situazioni esplodono in un attimo. Meglio parlarsi chiaramente, meglio quando emergono le divergenze. Non è in discussione il percorso comune, già costruito durante il Conte 2, un governo che ha innovato il paese”, ha detto il leader pentastellato, ribadendo che “le nostre posizioni sono sempre le stesse. Sono chiare. Non alziamo nessuna asticella”.

Al direttore dell’Adnkronos, Gian Marco Chiocci, che gli domanda se il campo progressista sia pronto ad ampliarsi, “assolutamente no a un campo più largo possibile – chiarisce l’ex premier – un campo indistinto e indiscriminato in cui entra di tutto. No a forze politiche che guardino al proprio ombelico o a interessi di bottega, gli italiani sono stanchi di questa gente che sta lì a galleggiare”.

A proposito del voto di ieri in Commissione Esteri, Conte ha ricordato che “qualcuno oggi si sta vantando nel dire: Conte non sa fare politica. Ma quel tipo di politica non ci appartiene, fatevela voi”. “Ci siamo predisposti con tutti per far decadere la Commissione Esteri, ci siamo dimessi tutti noi per primi, poi ci è stato detto che avremmo potuto designare il nuovo presidente, allora ci è stato chiesto ‘mi raccomando, che sia un presidente di garanzia e alto profilo’. Abbiamo pensato ‘chi meglio di Licheri’, e lo abbiamo proposto. Il giorno prima della votazione sono iniziati dei movimenti strani che si sono concretizzati, da Renzi a Meloni, per votare Stefania Craxi” come presidente della Commissione Esteri. “Quindi dico: auguri Stefania Craxi, cerca di fare bene nell’interesse del paese”, ha proseguito l’ex premier.

Parlando dell’Ucraina, Conte ha sottolineato che “il governo non può continuare ad armarla”. “Non credo che il governo italiano, dopo tre invii di forniture, si debba distinguere per continuare a riarmare l’Ucraina. Ci dicono gli esperti che l’Ucraina in questo momento è uno dei paesi più armati al mondo”, ha detto, ricordando che oggi “abbiamo ascoltato Draghi” alle Camere per l’informativa sul conflitto: “Ci ha dato un ragguaglio su tutte le questioni, ci ha dato la sua lettura su avvenimenti che ci preoccupano. Era un’informativa doverosa, a 3 mesi dallo scoppio della guerra”, rispetto alla quale “stiamo chiedendo e chiediamo il confronto sia costante”. Sull’Ucraina “c’è una risoluzione, lo ha detto anche Draghi”, ma” è stata votata dal Parlamento “a inizio guerra ed è giusto vada aggiornata, è giusto che il Parlamento si possa anche misurare su una nuova convergenza che rafforzi anche il governo”.

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