Il fan di Putin finalmente si sente a proprio agio. Dopo un mese di silenzio e sceneggiate finto-pacifiste ora Salvini si è messo sulla scia del movimento pacifista, del Papa e del sentimento anti-Nato che c’è nel paese per fare l’unica cosa che politicamente gli sta a cuore: non fare cose che dispiacciano a Putin.
“Dopo che è tornato da Washington ho chiesto a Draghi un incontro per capire com’è andata. Intanto sono contento che il presidente del Consiglio abbia iniziato a parlare di pace, poi ci parlerò lunedì. In base a quella chiacchierata, decideremo cosa fare in Parlamento».
Questa la volontà del leader leghista, Matteo Salvini, in un colloquio con il Fatto Quotidiano, in vista dell’informativa sugli sviluppi del conflitto in Ucraina che il premier svolgerà in Parlamento giovedì. Salvini si dice d’accordo con il leader del Movimento 5 stelle, contrario a un nuovo invio di armi a Kiev: «Quella di Conte è una posizione che va rispettata, noi stiamo parlando di pace fin dall’inizio e se Conte è arrivato sulle nostre posizioni sono contento», dice confermando il suo «no» a una quarta fornitura di armi: «Io ho detto da sempre che sono contrario. Un conto è mandare aiuti economici e militari all’inizio della guerra, un conto è farlo adesso. Bisogna arrivare alla pace e inviare armi non aiuta».
Infine, Salvini si dice contrario anche all’allargamento della Nato a Finlandia e Svezia: «Non adesso, tutto ciò che allontana la pace va messo in lista d’attesa» e sostiene che l’Eni fa bene a «pagare a Putin il gas in rubli» perché «non possiamo fare a meno del gas».
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