Ucraina, Luciana Castellina critica Letta: "La sua linea un vero scandalo e sintomo di stupidità"

La fondatrice del Manifesto: "Letta ha fatto la dichiarazione di schieramento pro Nato e pro Stati Uniti più clamorosa che ci sia stata in quel Parlamento"

Ucraina, Luciana Castellina critica Letta: "La sua linea un vero scandalo e sintomo di stupidità"
Luciana Castellina
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12 Aprile 2022 - 15.12


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La cofondatrice del Menifesto, Luciana Castellina, in un’intervista al Fatto Quotidiano si è detta “totalmente d’accordo con il Papa” per quanto riguarda la situazione della guerra in Ucraina: “Bergoglio è l’unico politico lucido che abbiamo in circolazione, che dice che neanche le guerre ‘giuste’ si possono combattere con un’altra guerra, perché oggi una guerra diventa immediatamente e inevitabilmente una guerra nucleare generale”. 

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“Le guerre si fermano prima che scoppino e bisogna impedire che vadano avanti i processi che le preparano. Me la prendo con i capi di governo, che invece dovrebbero avere il cervello e il senso di responsabilità per sapere che mandare le armi in Ucraina non vuol dire essere ‘al fronte’, infatti nessuno ci va, oltretutto, ma significa un massacro di ragazzi ucraini. Quando vedo i mucchi di cadaveri che la televisione ci mostra tutte le sere, la mia reazione è: salviamoli, impediamo che ce ne siano altri. Mandargli le armi significa mettere in moto un processo che chiama in causa la Nato, che non aspetta altro per entrare in Ucraina”. 

Castellina si sofferma sulla posizione del Pd, con Letta che si è guadagnato il soprannome di ‘mitraglietta’: ”Lo trovo un vero scandalo, ma anche un segno di stupidità che francamente non mi aspettavo da Letta, perché lì dietro c’è un partito che ha una tradizione culturale, non può venire lì a dire: ‘Io sono per la Nato! Per gli Stati Uniti!’. Ha fatto la dichiarazione di schieramento pro Nato e pro Stati Uniti più clamorosa che ci sia stata in quel Parlamento. In un centrosinistra che ha sempre avuto radici internazionaliste e pacifiste, Letta e Scholz vanno da tutt’al tra parte. Bisogna cercare in tutti i modi di imporre il negoziato, con tutti i mezzi. Non è che se noi mandiamo le armi finiscono le bombe russe: non finiscono per niente, anzi, si intensificano. Però c’è chi ci guadagna. L’industria degli armamenti, di cui l’Italia è uno dei principali campioni. Infatti è felice perché abbiamo triplicato le spese”.

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“Il movimento pacifista – aggiunge – è nato nel 1982 proprio per questo. Fu un grande movimento, partito dalla società, che per la prima volta ha fatto incontrare gli europei gli uni con gli altri. Tutti i pacifisti inglesi e tedeschi arrivarono a Comiso, dov’era in costruzione la nostra base missilistica e la loro abitudine era di sedere a terra e restare fermi, solo che alla polizia schierata nessuno glielo aveva spiegato. La prima volta che sono andata in ospedale per Comiso eravamo tutti lì davanti e ci picchiarono di santa ragione. Quando mi accusano di essere putiniana – conclude – mi incazzo, perché credo di essere l’unica italiana che ha fatto la prima manifestazione contro Putin a Mosca”. 

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