I partigiani dell'Anpi chiedono la fine della Nato: "Non ha più senso di esistere"
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I partigiani dell'Anpi chiedono la fine della Nato: "Non ha più senso di esistere"

In occasione del 17esimo Congresso dell'Associazione Nazionale Partigiani, il presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo ha commentato la situazione in Ucraina, puntando il dito anche contro le responsabilità della Nato.

I partigiani dell'Anpi chiedono la fine della Nato: "Non ha più senso di esistere"
Gianfranco Pagliarulo
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24 Marzo 2022 - 14.25


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Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, è intervenuto al 17esimo Congresso dell’Associazione Nazionale Partigiani, commentando i fatti relativi all’Ucraina e sottolineando le gravi responsabilità della Nato.

“Le ragioni originarie della Nato sono venute meno essendone caduti i presupposti storico-politici col crollo del Muro di Berlino. Nel nuovo mondo multipolare e nella prospettiva di un sistema di difesa europeo è perciò ragionevole una progressiva dismissione delle strutture Nato” ha affermato Pagliarulo. Il presidente Anpi si è detto molto preoccupato per la scelta, compiuta anche dall’Italia, di inviare le armi all’Ucraina, che secondo lui “ci avvicina al coinvolgimento”.

“La domanda da porsi, nell’ambito di un piano di aiuti da inviare agli ucraini, è quale sia la linea rossa da non superare, oltre cui c’è il rischio di una conflagrazione. L’invio di armamenti è sicuramente nei pressi della linea rossa, perché le sanzioni parlano il linguaggio dell’economia, ma le armi parlano solo il linguaggio della guerra e, assieme all’aumento del budget militare, ci avvicinano al coinvolgimento diretto del nostro Paese” ha dichiarato. Il presidente Anzi è fortemente preoccupato per l’impegno assicurato dal premier Draghi proprio in questo ambito. Altresì ritiene che la richiesta dell’Ucraina di entrare nell’Ue sia stata troppo frettolosa.

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“Preoccupa l’impegno assunto dal Presidente del Consiglio per l’ulteriore invio di armi e soldati, oltre che la frettolosa e imperativa richiesta di far entrare l’Ucraina nell’Unione europea seminando così tensioni in tanti paesi, dei Balcani e non, che da anni hanno avanzato la loro candidatura”. Pagliarulo ha sottolineato che non è in discussione la condanna irreversibile dell’invasione russa, ma le misure decise in seguito alla crisi, tra cui, appunto, l’invio degli armamenti. “Non è in discussione la condanna irreversibile dell’invasione russa,  le violenze imperdonabili, la piena e concreta solidarietà col popolo ucraino e il suo diritto alla resistenza, la necessità di un’azione di contrasto al prosieguo della guerra, la preoccupazione e l’allarme per le conseguenze sul piano internazionale di tutto ciò che sta accadendo. E’ in discussione l’azione che deriva da queste convinzioni e persino come ne discutiamo”.

Il presidente Anpi si è anche difeso da chi accusa l’Associazione di non aver condannato esplicitamente l’atto di invasione da parte della Russia. “La condanna dell’invasione è irrevocabile ma dobbiamo cercare di capire il contesto e le cause che hanno prodotto la situazione attuale, non per giustificare ipocritamente l’intervento russo ma per porre all’ordine del giorno questioni capitali: nuovo ordine mondiale, sistema di difesa collettiva, cooperazione, coesistenza pacifica. Per questo è un errore minimizzare la recente storia ucraina, dalle formazioni naziste ucraine alla Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, al ruolo di Ue, Nato e Stati Uniti. A tutto quello che è successo a Est negli ultimi 20 anni. Sbaglia chi guarda l’albero ma non vede la foresta” ha detto Paglarulo.

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