Il consigliere Pd Andrea Zanoni ha lanciato una provocazione al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che si è detto favorevole al nucleare: “Dica dove costruirebbe una centrale in Veneto”.
“Imprese e famiglie devono fare i conti adesso con l’impennata dei prezzi, hanno bisogno di risposte immediate, non di demagogia. Proporre il nucleare significa prenderle in giro, perché parliamo di tempi lunghissimi”, afferma il dem. “Per realizzare e mettere in funzione un impianto in Italia servirebbero almeno 20 anni, quando il mondo sarà totalmente cambiato. Dobbiamo spingere al massimo sulle rinnovabili, a partire dal fotovoltaico: un’energia pulita e a chilometro zero. Abbiamo migliaia di tetti di case e di capannoni vuoti, con i vecchi pannelli riciclabili al 100%: occorre puntare con decisione su questa strada”, suggerisce, ricordando lo studio ‘Veneto 100% sostenibile’ promosso dal Partito democratico durante la scorsa legislatura, in base al quale un Veneto totalmente sostenibile grazie alle energie rinnovabili e con zero emissioni di anidride carbonica è possibile entro il 2050”.
“Abbiamo criticato l’inserimento del nucleare tra le energie sostenibili deciso dalla Commissione Ue perché ci sono problemi ambientali oggettivi non indifferenti, pensiamo ai disastri di Chernobyl e Fukushima”, prosegue Zanoni.
“Guardiamo alla Germania che, con una scelta lungimirante, ha chiuso i propri impianti facendo registrare un boom delle rinnovabili. Anche la nuova centrale attivata a fine 2021 in Finlandia, con 12 anni di ritardo e costata 8,5 miliardi di euro anziché i 3,2 iniziali, era stata progettata nel secolo scorso: è di terza generazione, però con una tecnologia vecchia, a fissione come le altre in funzione oggi. Davvero è questa la via maestra suggerita dal presidente della Regione per il nostro approvvigionamento energetico?”.
Ad ogni modo, “sarebbe interessante l’eventuale collocazione di una centrale: in passato era stato ipotizzato il Polesine visto che c’è bisogno di tanta acqua. Dubito farebbero i salti di gioia e magari potrebbero provocatoriamente proporre l’area del Piave o delle Colline Unesco del Prosecco. Ma sono certo che Zaia avrebbe la soluzione per non scontentare nessuno: costruitela ovunque, ma non in Veneto”, conclude.