Crisi ucraina, Di Stefano: "L'Italia deve rendersi indipendente dal gas della Russia"
Top

Crisi ucraina, Di Stefano: "L'Italia deve rendersi indipendente dal gas della Russia"

Il sottosegretario agli Esteri: "Il Governo è al lavoro per intensificare i rapporti con l'Algeria"

Crisi ucraina, Di Stefano: "L'Italia deve rendersi indipendente dal gas della Russia"
Manlio Di Stefano
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Febbraio 2022 - 17.42


ATF

Uno dei principali problemi dell’imminente guerra in Ucraina è quello energetico: l’Europa ha fatto i conti con un consistente aumento dei costi dell’energia e la nostra dipendenza dalle forniture russe è un serio problema, specie per l’Italia che dalla Russia importa più del 95% dell’energia che consuma. 

Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, in un’intervista a Repubblica, dichiara: “L’impatto della crisi è evidente dal punto di vista dell’aumento dei costi dell’energia per le imprese e le famiglie. Come il resto d’Europa abbiamo un problema di dipendenza da poche fonti, per lo più dalla Russia. In questo inizio anno Mosca ha quasi dimezzato i flussi di gas destinati a noi tramite la rotta ucraina, e questa minaccia alla nostra sicurezza energetica, probabilmente dettata anche da considerazioni di ordine politico, richiede interventi urgenti a tutela dei nostri interessi. Dobbiamo pensare al medio e lungo periodo, quindi alle rinnovabili – e su questo l’Italia sta facendo molto – ma non possiamo ignorare il breve periodo e lavorare con i partner più affidabili”.

Leggi anche:  Ucraina, la Nato verso una nuova fornitura di Patriot e Samp-T

Quali sarebbero questi partner affidabili? “I maggiori fornitori di gas per l’Italia sono la Russia e l’Algeria. L’Algeria, nonostante abbia i suoi interessi perché il consumo interno sta aumentando, si è dimostrata molto affidabile nel rispettare i contratti in essere. Le pipeline esistenti, anche quelle dalla Russia, devono funzionare e ci auguriamo che il livello di importazione possa ricominciare a crescere ma bisogna diversificare. Da questa esigenza è nato il Tap (il gasdotto Trans-Adriatico che approda sulle coste pugliesi che porta in Italia il gas azero, ndr): dopo la crisi con l’Ucraina del 2014 si decise di puntare sul corridoio Sud, operativo dal 2013. È grazie al Tap se questo caro bollette è un po’ calmierato”.

Quindi il Governo sta lavorando per aumentare le forniture di gas dall’Algeria? “La pipeline che attraversa il Mar Caspio non dipende da noi, ovviamente, è un progetto che c’è da tempo e quella è un’area di influenza russa, quindi non è una partita facile. Ma il Turkmenistan detiene uno dei giacimenti più importanti al mondo e come Europa dovremmo giocare questa partita, anche in considerazione del fatto che l’India, la Cina, stanno alzando i livelli di consumo e distrarranno scorte mondiali di gas: se non ci dotiamo oggi di risorse necessarie ad accompagnare la transizione energetica rischiamo di avere i prossimi inverni sempre più complicati”.

Native

Articoli correlati