I mali M5s vengono da lontano e ora è arrivata la crisi di sistema

 Forse solo Grillo resta in piedi anche se fortemente azzoppato e comunque alle prese con una grave situazione di crisi che non sarà facile superare senza gravi conseguenze

I mali M5s vengono da lontano e ora è arrivata la crisi di sistema
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Nuccio Fava Modifica articolo

8 Febbraio 2022 - 19.17


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Peggio di tutti i 5stelle i cui mali vengono da lontano e si sono man mano incancreniti senza trovare una vera risposta. Per loro si potrebbe dire che si tratta di una crisi di sistema. 

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Potenzialmente presente sin dall’inizio. Grillo ne aveva esaltato con efficacia la carica di facile raccolta di ogni protesta offrendo l’illusione che bastasse protestare e scandire suggestivi slogan contro lo stato della politica e l’insulsaggine delle istituzioni per conquistare il potere e fare una sorta di rivoluzione purificatrice. 

Ma i problemi non si affrontano né tantomeno si risolvono sulla base di spinte populiste e di slogan efficaci e ben scanditi che richiedono ben altra competenza e capacità di proposta e di risoluzione. Nonostante il grande consenso  elettorale, la loro capacità di governo è stata modesta se non inadeguata, anche disinvolta, in verità riuscendo ad esprimere in un breve arco di tempo 2 governi  in qualche modo opposti sempre con la guida di Giuseppe Conte: il primo in alleanza con la Lega di Salvini, vicepresidente e ministro dell’interno, ed un Conte 2 con alleanze profondamente mutate con un accordo faticosamente raggiunto con il partito democratico, non privo però di nuove incertezze ed inadeguatezze nella conduzione.   

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Già questo passaggio provocò non pochi mal di pancia nei gruppi parlamentari di Camera e Senato che fu la causa principale del fallimento degli sfortunati e scomposti tentativi di Conte di raccogliere “voltagabbana”o cosiddetti patrioti per riproporre una sua terza candidatura a palazzo Chigi.

 Lungo tutto questo processo si è sviluppato l’umiliante travaglio dei rapporti Conte-Grillo per la guida e il controllo della situazione, con pasticci non solo organizzativi di correttezza e trasparenza ma discutibili anche nel sempre più confuso confronto con la struttura della Casaleggio, col problema del limite non superabile dei 2 mandati parlamentari e la limitazione discutibile se non arbitraria del diritto di voto limitato ad una platea di iscritti, poco più di un terzo, se risalenti ad una data di iscrizione inferiore agli 8 mesi. 

Nel complesso dunque un ginepraio ed una somma di problemi e di angustie di comportamenti e di manovre tattiche su cui la magistratura napoletana ha ritenuto di intervenire scoprendo il pentolone bollente di un movimento che tra l’altro non osa definirsi partito e che è difficile immaginare quali sviluppi potrà maturare. 

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Certo non ci è parsa convincente l’ultima comparsata di Conte in tv con atteggiamenti superficiali, sprezzanti  o addirittura comici, inadeguati comunque a rappresentare preoccupazione e consapevolezza rispetto alla gravità della situazione e alla sostanziale decapitazione del movimento comunque privo di una guida legittima.

 Forse solo Grillo resta in piedi anche se fortemente azzoppato e comunque alle prese con una grave situazione di crisi che non sarà facile superare senza gravi conseguenze. I riflessi addirittura potrebbero ricadere sulla stessa complessa maggioranza del governo Draghi e sarebbe davvero da irresponsabili e incoscienti mettere in crisi l’unico equilibrio possibile per il governo del paese in una stagione tanto impegnativa e difficile.

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