Nonostante la melina che tutti, a destra come a sinistra, vanno facendo, il candidato ideale per la Presidenza della Repubblica esiste già ed è sotto gli occhi di tutti. È una donna, è nata nel dopoguerra (sarebbe il primo presidente nato nel dopoguerra), è di destra ma in senso conservatore e non fascista, e non sembra avere grossi cadaveri nell’armadio.
Stiamo parlando di Letizia Moratti, che è stata una più che discreta presidentessa della RAI, una sindaca di Milano non particolarmente esecrabile, ed è attualmente un’efficiente assessora al Welfare e vice presidente della Regione Lombardia, ivi chiamata a riparare i devastanti guasti del famigerato duo Fontana&Gallera sul fronte del Covid e non solo.
Premettendo che teoricamente tutti vorrebbero lasciare Mario Draghi dove si trova, il nome di Letizia Moratti come candidata alla Presidenza della Repubblica circola da un po’ ma con estrema discrezione. Eppure, balza agli occhi che nell’attuale deserto della politica il suo sarebbe l’unico nome veramente papabile.
La tristezza sta nel fatto che ogni volta che si elegge un nuovo Presidente della Repubblica si debba sempre giocare d’astuzia e ci debbano necessariamente essere morti, feriti, beffati, trombati. Sembra un gioco, c’è gente che ci si appassiona, ma non è che un vecchio malcostume della politica italiana, è solo la squallida imitazione di un conclave per l’elezione del Papa.
Come sarebbe bello se per una volta, con sano realismo, tutte le forze politiche entrassero nell’emiciclo e votassero composte e unanimi, senza sporchi mercati né osceni ricatti, per un candidato non infame, per la prima volta di genere femminile e di età non troppo ragguardevole.
Basterebbe questo per poter dire che un passetto avanti tutto sommato lo possiamo fare.
PS: non conto niente, non voglio “bruciare” (che palle…) la Moratti, mi limito a scrivere ciò che penso.