L'analisi di Roberto D'Alimonte sul Quirinale: "Il centrosinistra ha la maggioranza. Berlusconi ha poche chance"
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L'analisi di Roberto D'Alimonte sul Quirinale: "Il centrosinistra ha la maggioranza. Berlusconi ha poche chance"

Il politologo sul Sole24Ore. "La maggioranza dei grandi elettori del Quirinale è nelle mani del centrosinistra. Tutto si gioca su 94 parlamentari e sulle defezioni"

L'analisi di Roberto D'Alimonte sul Quirinale: "Il centrosinistra ha la maggioranza. Berlusconi ha poche chance"
Roberto D'Alimonte
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18 Gennaio 2022 - 12.37


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Stando all’analisi di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore, mirata soprattutto a quantificare le reali probabilità che Silvio Berlusconi possa salire al Colle, la maggioranza dei grandi elettori del Quirinale è nelle mani del centrosinistra.

Partendo dai numeri: il blocco di centrodestra dispone di 419 tra deputati e senatori. In questo blocco abbiamo fatto rientrare tutti i gruppi parlamentari del centrodestra più i deputati di Noi con l’Italia alla Camera. E Idea-Cambiamo! al Senato, che non costituiscono un gruppo parlamentare, ma solo una componente dei gruppi misti. Il blocco di centrosinistra dispone di 438 tra deputati e senatori. In questo blocco abbiamo inserito tutti i gruppi parlamentari del centrosinistra più i sei senatori di Leu, i sei deputati del Centro Democratico di Tabacci e i tre deputati e i due senatori di Azione +Europa, che fanno parte dei gruppi misti di Camera e Senato.

Dunque, contando solo i grandi elettori parlamentari, il blocco di centrosinistra è davanti a quello di centrodestra. E il primato del centrosinistra rimane anche quando ai grandi elettori si sommano gli elettori regionali.

Sono 58 di cui 33 affiliati ai partiti di centrodestra e 25 a quelli del centrosinistra. Aggiungendo questi grandi elettori agli altri il centrosinistra arriva a 463 e il centrodestra a 452. La somma di queste due cifre fa 915. Per arrivare al totale di 1009 mancano all’appello 94 parlamentari.

Tutti questi calcoli ovviamente senza contare le defezioni per Covid. Se si assume che non vi siano defezioni, secondo D’Alimonte saranno allora quei 94 parlamentari che decideranno la partita, “se si andasse allo scontro come nel caso della candidatura di Berlusconi”. Ed è proprio tra i 94 che Berlusconi dovrebbe cercare i 53 voti che gli mancano. Ma 53 su 94 sono più del 50%. Una sfida complicata, visto che non tutti questi parlamentari, secondo il giornale, sarebbero inclini a votare per il Cavaliere. Il Sole ha provato a capire chi di loro non voterebbe in nessun caso per Berlusconi.

Con questo criterio possiamo sottrarre i 16 di Alternativa, i sei senatori a vita, diversi esponenti del gruppo Pe le Autonomie, i quattro delle minoranze linguistiche, il senatore di Potere al Popolo, e quello del Partito Comunista, più diversi parlamentari di Camera e Senato non iscritti a nessun gruppo. Fatta questa operazione dei 94 ne restano una sessantina. E praticamente dovrebbero votare tutti per Berlusconi perché possa arrivare alla soglia magica di 505.

Insomma, secondo Il Sole, l’elezioni di Berlusconi sarebbe “poco probabile”. Naturalmente però, sottolinea il giornale, il conteggio non tiene conto delle eventuali defezioni. “Dato che il voto è segreto e questo parlamento è ingovernabile, si tratta di un’assunzione molto debole. Le defezioni ci saranno, certo e bisogna vedere se saranno più nel gruppo di centrosinistra o centrodestra” scrive Il Sole.

E qui si entra nel mirino delle speculazioni. Perché se le defezioni del centrosinistra e del centrodestra si elidessero allora a Berlusconi servirebbero comunque i 53 voti di cui abbiamo già discusso. Ma l’ipotesi più probabile è che siano maggiori nel campo di centrodestra.

Infatti è chiaro che la candidatura di Berlusconi non piaccia del tutto a Salvini e Meloni. I due leader, secondo Il Sole, l’hanno accettata “per mantenere l’unità della coalizione” e per evitare “che il cavaliere si attratto dalle sirene della riforma elettorale proporzionale o dall’idea di trovare un accordo con il Pd per il nuovo presidente”.

Anche se solo il 10% dei 452 elettori del centrodestra disertasse, l’asticella per essere eletto si alzerebbe ancora di più. Nella sostanza l’elezione di Berlusconi sarebbe il risultato di un gioco di defezioni incrociate.

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