di Antonello Sette
Onorevole Vito sia sincero. Silvio Berlusconi può davvero diventare Presidente della Repubblica?
Berlusconi ce la può fare, se il centrodestra decide di puntare sul candidato più autorevole e con maggiori possibilità di successo, dice a SprayNews l’ex capogruppo di Forza Italia. Detto questo, non nascondo che alcune cose non mi sono piaciute. Non è piaciuto, tanto per cominciare, che il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana abbia già parlato di un piano B, riferendosi esplicitamente a Letizia Moratti. Io non ho niente, ci mancherebbe, contro di lei ma, se si punta su Berlusconi, deve essere il candidato unico e non ha senso parlare di piano B. Non mi è piaciuto, poi, che nella definizione dei delegati regionali sia stato posto il veto su Stefano Caldoro, che era il leader dell’opposizione di centrodestra e il candidato alternativo al Governatore della Campania Vincenzo De Luca. Non mi è neppure piaciuto che non ci sia nessun rappresentante di Forza Italia per la Lombardia. Nonostante tutto questo, sono convinto che le possibilità di Berlusconi siano elevatissime e che il centrodestra non voglia rischiare di non ripagare la lealtà di Forza Italia, che negli ultimi quattro anni ha praticamente rinunciato a fare politica per seguire gli orientamenti degli alleati. Non dimentichiamo che è stata la Lega a smarcarsi nel primo governo gialloverde, mentre Fratelli d’Italia si è smarcata dal Governo Draghi. Forza Italia è stata sempre leale al progetto del centrodestra, pagando anche per questo in termini politici ed elettorali. Io stesso più volte l’ho più volte contestato, ma ora è giunto il momento per gli alleati di mostrare la loro lealtà e sono comunque convinto che la mostreranno.
Come sa meglio di me, a opporsi all’eventuale elezione di Berlusconi sono in tanti, dal Fatto a Massimo Cacciari, che ha equiparato la sua candidatura a una barzelletta…
Ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio. Nessuna candidatura deve godere del cento per cento dei consensi, ma Berlusconi è stato più volte Presidente del Consiglio, è un europeista convinto e, in questo senso, anche il recente appoggio del Partito Popolare europeo contribuisce a un quadro complessivo di credibilità. L’unanimità appartiene ai regimi autoritari e non all’Italia. E’, quindi, anche giusto, che ci siano persone che non vedono di buon occhio la sua elezione, fermo restando che il Parlamento è sovrano ed è l’unico deputato a decidere.
In molti sostengono che, mai come questa volta, l’elezione del Presidente della Repubblica sia nelle mani dei franchi tiratori. Berlusconi rischia di essere vittima del fuoco amico?
Intanto c’è da dire che tutti i voti sono uguali e che non esistono voti di serie A e di serie B o di peones. Sono convinto che il voto dei parlamentari si esprimerà in maniera libera e che alla candidatura di Berlusconi possa arrivare il sostegno di parlamentari di altre forze politiche. Questa possibilità è del resto una caratteristica del nostro sistema democratico.
Tutto questo è vero e, in qualche misura, condivisibile, ma io ho parlato del fuoco amico, di franchi tiratori provenienti dallo schieramento di centrodestra…
A questa eventualità non credo, anche se, come ho detto, non mi piacciono certe operazioni che stanno avvenendo, forse anche per colpa dei dirigenti regionali di Forza Italia e di una subalternità che il partito ha sempre mantenuto in questi anni. Ora, però, per tutti gli alleati è arrivato il momento di dimostrare la loro lealtà.
Il virus della pandemia rischia di aggredire anche le elezioni presidenziali?
Lei ha colto un punto importante. Sulle modalità di voto starei molto attento. Ricordo che già nei primissimi mesi della pandemia fu consentito ai parlamentari di raggiungere Roma, nonostante le zone rosse, e di votare. Io sono favorevole all’obbligo vaccinale e al green pass rafforzato, ma non si può in nessun caso ledere il diritto costituzionale dei parlamentari di esprimere il loro libero voto e, tanto più, in una occasione così importante.
Non si potrebbe ricorrere al voto di a distanza, come non esclude Sabino Cassese?
No, il diritto al voto deve essere esercitato in presenza. Deve essere consentito l’accesso. La libertà di movimento dei parlamentari rientra fra i i principi costituzionali. Così come la segretezza del voto, che va sempre e comunque preservata.
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