Renzi ancora contro Conte: "Non si candida perché non ha coraggio e vive solo di like"
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Renzi ancora contro Conte: "Non si candida perché non ha coraggio e vive solo di like"

Il leader di Italia Viva aveva fatto fuoco e fiamme contro la candidatura del leader M5s al collegio lasciato libero da Gualtieri. E continua ad attaccare

Renzi ancora contro Conte: "Non si candida perché non ha coraggio e vive solo di like"
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7 Dicembre 2021 - 09.56


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Ormai è un caso personale: prima ha alzato le barricate contro l’ipotesi di una sua candidatura annunciando che in quel caso lui (e Calenda) avrebbero trovato un candidato in opposizione.

E adesso che Giuseppe Conte ha declinato l’invito del Pd non va bene lo stesso, perché questo dimostrerebbe che è una sorta di codardo…

 “Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi. È un uomo che vive di sondaggi ma che ha un terrore senza fine di misurarsi con i cittadini. Vive di like, ma teme il voto”. 

Lo ha detto  Matteo Renzi a proposito del no di Giuseppe Conte alla candidature alle suppletive per la Camera a Roma.

“Il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del Polo riformista come abbiamo fatto nel 2014 ottenendo il 41%. Oggi mi pare che si stiano accontentando della metà di quei voti. E che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo. Loro vedono i sondaggi sulla popolarità di Conte e si emozionano: quando si voterà, vedremo quanto queste emozioni si trasformeranno in voti. La stessa scelta di tirar fuori la candidatura di Conte dimostra che sono confusi, ma ce ne eravamo già accorti sullo Zan”, dice tra l’altro il leader di Iv.

“Sul Colle io sono per dialogare da Meloni e Salvini, fino ai grillini dissidenti: l’arbitro si sceglie insieme. Alle elezioni questo polo riformista dovrà trovare rappresentanza. Il popolo del buon senso deve farsi polo politico. Non è facile, io darò una mano in spirito di squadra e di servizio”, spiega Renzi che poi tra l’altro avverte: “Le urne sono il desiderio di Letta Meloni, Conte e Salvini, non di Draghi. Fossi uno dei peones mi preoccuperei di questi leader, non del premier (…). Io dico che, Draghi o non Draghi, se i leader dei partiti vogliono le elezioni – e le vogliono anche se non lo dicono – il rischio voto nel 2022 c’è”.

Che dire? Renzi cita sempre il 41% e dimentica che quella fu l’unica elezione che andò bene. Poi ci fu una serie di sconfitte che culminarono nelle ultime elezioni nel corso delle quali il Pd a guida Renzi ottenne il peggior risultato dalla storia del Pd. Ma questo Renzi lo tace.

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