Goffredo Bettini, deus ex machina dell’alleanza giallorossa del governo Conte “, si “riaffaccia” per commentare i risultati elettorali delle amministrative.
“Partiamo dall’essenza dei risultati elettorali. Hanno vinto i sindaci democratici delle grandi città.
Il Pd di Enrico Letta. Il campo largo del centrosinistra. Si è rafforzato Draghi. La destra ha subito un duro colpo. Detto questo, il cammino è lungo. L’astensionismo aumenta. Le elezioni amministrative sono a noi generalmente più favorevoli rispetto a quelle politiche. La ripresa economica è appena all’inizio. E poi, tra quindici giorni va confermato il grande successo ottenuto, anche a Torino e a Roma. Sono fiducioso, ma nulla, proprio nulla, è scontato.
Occorre, anzi, combattere come e più di prima. Perché i nostri avversari cercheranno in tutti i modi la rivincita. Noi guardiamo a tutte le forze democratiche. Il voto conferma che un Pd supponente e isolato perde.
Mentre un Pd arioso, dinamico politicamente, dialogante e unitario vince. E difende anche meglio le sue idee. Questa ispirazione, dopo la sconfitta del 2018, guidò il gruppo dirigente di Zingaretti. E Letta l’ha ulteriormente sviluppata. Il rafforzamento di un’area liberale e di centro di cui hanno parlato più volte Calenda, Renzi, Bentivogli e altri ancora, come dico da almeno due anni, non solo è auspicabile ma indispensabile per vincere contro la destra. Parlo di Roma che è la madre di tutte le battaglie. Non vanno fatte forzature. La Raggi è stata tenace e ha ottenuto un risultato di buona resistenza. Per Calenda c’è stato un successo importante e chiarissimo. Occorre comprendere bene le ragioni di chi non ci ha votato. Raccogliere le proposte che appaiono giuste e positive. Conte ha già dichiarato una preclusione verso i candidati della destra. Renzi ha detto che voterebbe Gualtieri.
Calenda sta interloquendo. C’è un clima potenzialmente positivo.
Fondamentale è rivolgerci a tutti gli elettori. Con l’autonomia del nostro candidato e la qualità del suo programma. È ragionevole pensare che gli elettori democratici che al primo turno sono andati divisi attorno a tre candidature diverse, si possano riconoscere in Gualtieri.
Un democratico europeista, che ha dimostrato di saper governare in Italia e in Europa con autorevolezza e grande competenza. Dall’altra parte ci sono Michetti, Meloni e Salvini. Nulla di personale, ma una catastrofe politica e amministrativa”. Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, in una lunga intervista al Corriere della Sera
Bettini: "Le elezioni dimostrano che il Pd arrogante perde ma quello dialogante vince"
Il dirigente nazionale del Pd: "Questa ispirazione, dopo la sconfitta del 2018, guidò il gruppo dirigente di Zingaretti. E Letta l'ha ulteriormente sviluppata"
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globalist Modifica articolo
7 Ottobre 2021 - 09.51
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