La critica di Toti: "Centro-destra senza bussola, gli elettori lo hanno capito"
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La critica di Toti: "Centro-destra senza bussola, gli elettori lo hanno capito"

Il presidente della Liguria: "Assenza di una linea chiara e accondiscendenza verso mondi abbastanza lontani dal nostro blocco elettorale di riferimento che invece chiede stabilità, coerenza e moderazione".

Toti e Salvini
Toti e Salvini
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6 Ottobre 2021 - 10.19


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Lui punta a prendere i voti cosiddetti moderati di Forza Italia che sono in libera uscita.

Ma al momento lui e Brugnaro hanno tanti problemi da risolvere, a cominciare dall’alleanza con due forze di estrema destra che sulla pandemia hanno cavalcato le pericolose posizioni alla Bolsonaro a rischio di mettere a repentaglio i progressi fatti per contenere il Covid.

Dall’altro il loro progetto si scontra con quello di Calenda e Renzi che politicamente esprimono la stessa posizione, salvo avere qualche perplessità nell’allearsi con Salvini e Meloni.

E allora quale sarà la sorte dell’area liberista e centrista di questo paese?

Nel frattempo il presidente della Liguria cerca di rafforzare la sua posizione a destra:

”Su troppi temi la nostra coalizione non ha una linea precisa e questo gli elettori lo hanno capito”. Nessun processo, dice il presidente della regione Liguria e fondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti, che, però, ritiene necessario fare un “tagliando” al centrodestra perché alle amministrative è suonato “un campanello d’allarme. E guai a ignorarlo. Il problema vero è che il centrodestra a queste elezioni è arrivato in confusione e in ordine sparso. Fdi all’opposizione, la Lega al governo ma con tanti distinguo”.

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“Draghi – aggiunge Toti riferendosi allo strappo della Lega che ieri non ha partecipato al cdm che ha approvato la delega fiscale – è una persona seria: ha detto che non ci saranno nuove tasse e che la riforma del catasto non inciderà sulle tasche degli italiani. Anzi, credo che sia utile anche per rivedere il valore degli immobili che poi incide anche sul reddito delle famiglie”.

Nel centrodestra la competizione tra Meloni e Salvini “non ha portato a un ampliamento dei consensi ma semmai in qualche caso a un travaso e spesso addirittura a una perdita di voti” e ci sono “troppe voci, assenza di una linea chiara e talvolta accondiscendenza verso mondi abbastanza lontani dal nostro blocco elettorale di riferimento che invece chiede stabilità, coerenza e moderazione”.

La difficoltà della coalizione “non è solo un tema di leader. I leader si costruiscono con i voti ma i voti si ottengono sulla base dei contenuti. E in questo momento più che carenza di leader vedo carenza di contenuti. Contenuti veri, non quelli rilanciati solo sui social. Per questo dico: quale modello di Paese il centrodestra propone per l’Italia, quale prospettiva si dà alle imprese, al mondo del lavoro, alle categorie produttive?

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“Credo che sarebbe meglio anche prolungare l’esperienza di unità nazionale: siamo in una fase ri-costituente nella quale Draghi è il punto di forza e garanzia. Se Mattarella accettasse di prolungare la sua permanenza al Colle”.

La permanenza di Draghi alla guida del governo, prosegue Toti, “è quello che il Paese chiede perché vogliamo intercettare la ripresa, accelerare sulle riforme in tema di giustizia, fisco, università, lavoro, spendere presto e bene i fondi del Pnrr. Ecco perché dico che il centrodestra deve trovare una sintesi. Mandiamo Draghi al Quirinale e poi non sappiamo come proseguire con il governo”.

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