Non è la prima volta che la Lega si dissocia dalle prese di posizione del governo, nonostante ne faccia parte.
Verrebbe da chiedersi se si il caso di proseguire su questa linea oppure darci un taglio.
L’assenza della Lega dal Consiglio dei ministri – e prima ancora l’abbandono della cabina di regia sul fisco fa salire la tensione alle stelle nel governo guidato da Mario Draghi, con Matteo Salvini che chiede “chiarezza” all’esecutivo su una legge che “non conteneva quanto previsto dall’accordo” e rassicurazioni sulle tasse che, dice, “non è il momento di aumentare”.
Una mossa, quella della Lega, che non è inedita. Già nell’aprile scorso, durante lo scontro sulle misure in tema di covid, il Carroccio aveva fatto mancare il suo voto al decreto sulle riaperture e sul coprifuoco. Ora il secondo round sul fisco.
Pesante il forfait del Carroccio, dunque, che per il premier andrà spiegato ma che, assicura, “non necessariamente” pone un problema serio per l’azione di governo. Tuttavia, per capire “quali siano le sue implicazioni bisognerà aspettare cosa dice la Lega a riguardo”.
Ma intanto il premier tira dritto: dopo il disco verde alla delega, nell’incontro con la stampa il presidente del Consiglio mette subito in chiaro che si tratta, per l’appunto, di una legge delega e dunque andrà riempita di contenuti mentre il confronto andrà avanti serrato.
Draghi: “Salvini ci spiegherà l’assenza della Lega” – “Gli scambi avvenuti nei giorni passati in cabina di regia, in varie conversazioni, avevano dato informazioni sufficienti per valutare il contenuto della legge delega”, ha detto ieri il premier Draghi nella conferenza stampa sulla legge approvata in Cdm.
“Quanto alla non presenza dei ministri della Lega al Consiglio dei ministri, ce lo spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani”, ha affermato il presidente del Consiglio, continuando: “Gli scambi avvenuti nei giorni passati in cabina di regia, in varie conversazioni, avevano dato informazioni sufficienti per valutare il contenuto della legge delega che è molto generale. Non si prendono impegni che diventa difficile mantenere o si fanno promesse: è una scatola che si ispira a certi principi, ritengo ampiamente condivisi dalla Lega”.
Ma l’assenza della Lega pone un problema per l’azione dell’esecutivo? “Non necessariamente – la replica di Draghi -. Questa è una maggioranza completamente diversa, una situazione politica diversa. Ci sono diversità di vedute, l’azione di governo non è stata interrotta, è andata avanti. Credo ci saranno molte altre occasioni di scambio sia in Parlamento sulla stessa legge sia sui singoli decreti delegati. Certamente questo è un gesto serio, ma” per capire “quali siano le sue implicazioni bisognerà aspettare cosa dice la Lega a riguardo”.
Salvini: “Crisi di governo? Dobbiamo chiarire” – “Non abbiamo firmato la legge delega fiscale, perché non conteneva quanto previsto dall’accordo”, ribatte Salvini, che convoca una conferenza stampa alla Camera. E “lo strappo – sottolinea dopo una domanda su una possibile crisi di governo – non l’abbiamo fatto noi”.
“Il governo aveva la fiducia per non aumentare le tasse, qua, invece, c’è un’ipotesi di aumento delle tasse, non c’è una crisi di governo, ma un governo che deve chiarire che non è il momento di aumentare le tasse”, sottolinea il leader leghista, continuando: “Nessuno strappo, semplicemente chiarezza, ora aumentare di un euro una tassa agli italiani non va bene, se ministri del Pd pensano di aumentare le tasse lo dicano, magari mi convincono…”.
“La legge delega passerà in commissione con parere non vincolante, quindi hai un mandato in bianco” dice Salvini. “Il consenso della Lega non c’è, se mi dai un documento mezz’ora prima del Cdm”, mette in chiaro.
“C’è un problema di metodo – scandisce – ministri della Lega non possono avere un documento così importante alle 13.30 per discuterlo alle 14, non stiamo parlando dell’oroscopo, parliamo della legge delega sulla riforma fiscale, di Imu, Iva, Irpef, catasto, flat tax”. “Non è possibile – ribadisce – avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani”.
“Io mi fido di Draghi – precisa – ma se tra un anno c’è qualcuno che tassa pure l’aria non va bene dare ora una delega in bianco”. “Qui ci sono di mezzo il lavoro, la casa e i risparmi degli italiani”, avverte Salvini.
Nel testo, lamenta poi, “c’è una rimodulazione dell’Iva non meglio definita, chi paga di più, chi paga di meno, chi paga su, chi paga giù”. “Non c’è – aggiunge – neanche nulla sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, sulla rateizzazione di saldi e acconti”. “E si ipotizza l’aumento della mini flat tax”.
“Draghi si era impegnato a tagliare le tasse, è stata la prima cosa che gli chiesi quando mi sedetti di fronte a lui, così temo che non sia” afferma Salvini, non nascondendo il suo rammarico per l’ok del Cdm alla delega fiscale, con l’assenza della Lega. “Abbiamo dato la fiducia a Draghi per non alzare le tasse, se qualcuno cambia idea lo spieghi agli italiani”, dice. “C’è un’ipotesi di aumento tasse che la Lega non avalla”, taglia corto Salvini.
Argomenti: matteo salvini