Castelli sulle ambiguità della Lega: "Gioco delle parti per non dare spazio alla Meloni"
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Castelli sulle ambiguità della Lega: "Gioco delle parti per non dare spazio alla Meloni"

L'ex Guardasigilli leghista esclude una rottura tra Salvini e Giorgetti e ipotizza una tattica per stare al governo e coprirsi a destra

Il leghista Castelli
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23 Settembre 2021 - 09.44


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I contrasti interni nella Lega non sarebbero altro che una subdola tattica per ostacolare Giorgia Meloni, e non una vera diatriba tra le parti.
”Per come li conosco, mi sembra molto improbabile che Giorgetti agisca senza consultarsi con Salvini. Anzi direi impossibile”.

Lo dice Roberto Castelli in merito alle divergenze sul green pass, che esiterebbe un gioco delle parti o almeno ”un modo di vedere differente, anche rispetto ai governatori, ma non una vera spaccatura nella Lega. Mi sembra più che altro un tentativo di coprire uno spazio che altrimenti sarebbe occupato solo dalla Meloni”, quello dei no vax, che non è minoritario, sottolinea Castelli, perché ”questo è quello che fa credere il bombardamento dei media, invece c’è una parte della società che è perplessa sulla politica del vaccino, e non sono quattro rimbambiti ma anche molte persone intelligenti, da Ricolfi a Cacciari. E tra i perplessi mi ci metto anche io, visto che ho fatto il vaccino e tuttora sto male, mentre mia moglie, non vaccinata, dal Covid è guarita benissimo”.

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“Un leader deve ascoltare tutte le voci che vengono dalla società – prosegue Castelli – Salvini ha capito che c’è un pezzo del Paese che ha molti dubbi, e potrebbe perfino essere una maggioranza silenziosa”. Ma intanto – afferma – non può che votare i provvedimenti del governo sul green pass, ”cosa dovrebbe fare? Far cadere il governo? È ovvio che si cerca di mediare, di ottenere qualcosa, poi però si vota con la maggioranza. La scelta di entrare nella maggioranza è stata intelligente. Se sei fuori guadagni i voti virtuali, ma se sei dentro puoi cercare di incidere, magari solo a impedire che vengano fatte cose negative, penso allo ius soli, alla legge Zan o alla riforma del catasto, tutte cose estremamente peggiorative. Quindi ha fatto bene Salvini a entrare nel governo. Non credo che qualcuno pensi veramente ad un leader diverso nella Lega.

Chi ha i voti? Li ha Salvini, è l’unico in grado di raccogliere milioni di voti in tutta Italia. Zaia è uno straordinario amministratore, non credo abbia ambizioni da leader nazionale.

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Giorgetti ancora meno. La verità è che in questo momento nella Lega non c’è una alternativa a Salvini come leader”.

Salvini leader indiscusso, dunque, per Castelli, che sulla cinquantina di parlamentari che non ha votato con il partito sul green pass, afferma che ”bisognerebbe vedere da quali regioni vengono, magari si scopre che la maggioranza di questi dissidenti sono eletti al centro-sud e quindi non sono leghisti da vent’ anni, come i lombardi e veneti, ma da venti mesi. Quelli che saltano sul carro del vincitore li abbiamo sempre visti. È chiaro che quelli che vengono da regioni dove la lega è radicata da anni hanno una diversa coscienza politica rispetto a chi arriva all’ultimo momento. So per esperienza diretta che quando un partito esplode nei consensi, imbarca un po’ di tutto. Ma ripeto, bisognerebbe vedere chi sono, da dove arrivano e a che tipo di elettorato rispondono”.

 

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