Per il referendum sull'eutanasia raggiunte le 500mila firme, ma la raccolta continua

Il comunicato dei promotori: "L’obiettivo è di raccogliere almeno 750mila firme entro il 30 settembre". Il quesito propone di cambiare la norma sull'omicidio del consenziente

Firme per l'eutanasia legale
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16 Agosto 2021 - 12.11


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Un grande obiettivo conquistato, con l’augurio di poter arrivare a qualcosa di più alto.

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Raggiunto il mezzo milione di firme per il referendum sull’eutanasia. Lo fanno sapere i promotori, che scrivono: “Siamo felici di poter comunicare che ad oggi sono più di 500.000 le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia, stando alle cifre comunicate al Comitato promotore da parte dei gruppi di raccolta firme ai tavoli (430.000 firme), alle quali si aggiungono oltre 70.000 firme raccolte online e un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni”.

Nel comunicato si legge ancora: “Nell’esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum, vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l’obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli. Ad oggi, le firme fisicamente già rientrate al Comitato sono 99.000 delle quali 48.000 già certificate e pronte per la consegna. Di fronte agli annunci di iniziative parlamentari e al proseguirsi della violazione dei diritti dei malati, già sanciti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato-Antoniani- prosegue la nota dei promotori -vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è -né dal punto di vista legale né da quello politico- uno “stimolo” al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge. Continueremo infatti ad agire al fianco di persone malate che, come nel caso di “Mario”, si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita”.

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A 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull’eutanasia, a prima firma Loris Fortuna, il referendum è lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto “omicidio del consenziente” (articolo 579 del codice penale) e rimuovere così gli ostacoli alla legalizzazione dell’eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca.

“Se nel frattempo il Parlamento avrà la forza di approvare una legge (come quella ora ferma in Commissione alla Camera) che depenalizzi il cosiddetto “aiuto al suicidio” (articolo 580 del codice penale), ricalcando la sentenza della Consulta, certamente si tratterà di un passo avanti positivo per impedire ostruzionismi, ma non si supererà l’utilità del referendum sull’art. 579.

Parallelamente alla strada referendaria, che continua con la raccolta delle prossime centinaia di migliaia di firme, come Associazione Luca Coscioni proseguiamo anche con l’aiuto diretto alle persone che si rivolgono a noi attraverso il “numero bianco sul fine vita” (06 9931 3409, numero gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17).

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Nei casi in cui sarà necessario, con Mina Welby e Gustavo Fraticelli siamo pronti a ricorrere alla disobbedienza civile per affermare il diritto fondamentale all’autodeterminazione dei malati in condizione di sofferenza”, si legge ancora nella nota.

 

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