A dire il vero si parla di Ius Soli ma quasi tutte le proposte possono essere definite Ius Culturae, ossia la cittadinanza che preveda anche altri requisiti oltre alla nascita sul suolo italiano.
“Negare la cittadinanza a una ragazza o a un ragazzo, magari nati in Italia, che abbia compiuto un intero ciclo di studi di almeno cinque anni nel nostro paese, è contro l’interesse dell’Italia, oltre che delle migliaia di persone interessate. Se il dibattito scaturito dai nostri atleti alle olimpiadi servirà anche a questo, sarà comunque un bene. Tra il no sovranista che puzza di xenofobia e una richiesta di ius soli tout court che rischia di apparire ingenua, la cittadinanza sulla base dell’istruzione sarebbe un concreto e doveroso obiettivo immediato, ragionevole e politicamente conseguibile”.
Lo dichiara Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri.