Toti allude a Meloni e Salvini: "Una certa politica strizza l'occhio ai no-vax"
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Toti allude a Meloni e Salvini: "Una certa politica strizza l'occhio ai no-vax"

Il presidente della regione Liguria: "Sbagliano, perché non siamo in una situazione ideale: la mia libertà ha dei limiti, dove comincia la tua"

Giovanni Toti
Giovanni Toti
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18 Luglio 2021 - 12.16


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Il dibattito è aperto, ma occorre combattere contro una destra bolsonariana che tiene ampiamente di conto di un elettorato rato no-Vax e non può dichiararsi apertamente a favore del vaccino e del Green Pass.

Giovanni Toti è stato però uno dei primi, tra i governatori di regione, ad aprire all’uso del green pass vaccinale alla francese.

“Il vaccino non sarà obbligatorio, ma è un obbligo civile”, spiega il presidente della Liguria.

Chi sostiene che con il Green pass si vogliano tracciare gli italiani “chiedo: preferite le chiusure? Non voglio vedere lacrime di coccodrillo. Io non voglio che si chiuda solo per un aumento di contagi. Quando c’è il picco di influenza abbiamo 5 milioni di italiani contagiati ma il Paese va avanti, se non c’è un sovraccarico del sistema sanitario”.

Toti non estenderebbe il green pass al bar ma “per un grande ricevimento con centinaia di coperti sì. In generale lo renderei obbligatorio per le attività voluttuarie: teatri, concerti, eventi sportivi, feste…”.

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C’è una certa politica che “strizza un po’ l’occhio ai No vax. E sbaglia, perché non siamo in una situazione ideale: la mia libertà ha dei limiti, dove comincia la tua”.

Toti parla anche del movimento fondato con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “C’è la partita del Presidente della Repubblica e c’è la legge elettorale. Due grandi temi su cui possiamo giocare un ruolo importante – sottolinea – noi possiamo essere l’ala sinistra del centrodestra” ed “è normale avere punti in contatto” con Renzi e Calenda. Se poi loro possano essere “veri interlocutori lo vedremo”.

Toti in ogni modo ha apprezzato le aperture di Renzi sul ddl Zan, “l’intesa deve essere più ampia e bisogna evitare gli estremismi”.

Anche per il Quirinale l’accordo deve essere più ampio possibile, “ma io credo che si debba coinvolgere anche la Meloni che rappresenta una parte del Paese. Ci vuole una proposta che parta dall’area di centro: popolare, europeista, liberale, che possa allargare la platea”.

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