La storia parlerà da sola e saranno anche i processi a fare la storia di un uomo.
A difendere il padre ci pensa la figlia Marina: “Silvio Berlusconi è stato la vittima più illustre del populismo giustizialista che per anni ha intossicato l’Italia. Ma sono convinto che in molti oggi abbiano capito come l’incitamento all’odio per mio padre sia stato dettato dal pregiudizio e dall’ostilità preconcetta di chi avversava le sue spinte al cambiamento”.
Marina Berlusconi parla del padre Silvio in una lunga intervista concessa al Giornale, in cui afferma che “con i suoi governi, mio padre ha fatto moltissimo. Avrebbe potuto fare ancora di più se solo un sistema malato non glielo avesse impedito, cercando di screditarlo in tutti i modi”.
La presidente di Fininvest respinge il termine “riabilitazione” accostata al padre. “Mi pare del tutto improprio. La parola riabilitazione suona un po’ come assoluzione da una colpa. Ma questo non è il caso di mio padre, non lo è per nulla. Mio padre non ha bisogno di alcuna riabilitazione. Il riconoscimento del ruolo politico, semmai, è un parzialissimo risarcimento morale. Anche se risarcirlo di tutte le ingiustizie che ha subito, ahimè, è davvero impossibile”.
Silvio Berlusconi ha voluto fortemente Mario Draghi a Palazzo Chigi e Marina Berlusconi non nasconde il grande apprezzamento per l’operato del premier.
“Da persona che si occupa di imprese, vedo fatti e numeri che parlano chiaro – dice – Proprio come capita a certi incubi che al risveglio scompaiono, sembriamo aver dimenticato che fino a pochi mesi fa a Palazzo Chigi c’era chi sembrava convinto che per battere il Covid bastasse ordinare costosi tendoni a forma di primula, o chi dal balcone proclamava improbabili sconfitte della povertà. Il Governo Draghi ha dato un colpo micidiale all’elogio dell’incompetenza e alla retorica dell’uno vale uno”.
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