Lui ci prova per dare una spinta centrista. Ed è evidente che la crisi grillina è vista con favore sia da Azione che dai renziani dentro e fuori del Pd che sperano di portare il partito democratico in un campo liberista (magari temperato) sedicente moderato.
In pratica una enorme Forza Italia senza Berlusconi e con qualche angolo smussato.
“Io dico: caro Letta, abbandona la subalternità al Movimento o a Conte che sono lo stesso tipo di frutto avvelenato e andiamo in mare aperto a cercare voti di riformisti e popolari insieme a chi in Forza Italia, ci sta come la Carfagna e altri, a Sala che sta facendo un gran lavoro nei Verdi”.
Così Carlo Calenda all’HuffPost.
Al Pd dico “chiaritevi le idee. L’obiettivo di Azione, che dopo le elezioni di ottobre metterà insieme un’area liberaldemocratica, non è mai stato di distruggere il Pd. L’Italia ha bisogno del Pd, ma non di questo Pd di capibastone furbi e codardi. Fatevi coraggio, che diamine”.
“Il tempo utile è, per il centrosinistra, andarsi a cercare i voti.
Reggersi in piedi con quelli di un altro non mi pare una linea. Sa quale è il dramma? Pensare di non avere più la forza di vincere.
Francamente, pensavo meglio: Letta mi ha deluso, è staccato dalla realtà”. Era meglio Zingaretti? “Forse sì. Almeno non proponeva cose che non vedranno mai la luce, tipo il voto ai sedicenni e la dote ai diciottenni o si arrovellava sull’inginocchiamento della nazionale”.
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