Mimmo Lucano attacca Salvini: "Ha il rosario in mano ma fa propaganda sulla pelle dei migranti"
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Mimmo Lucano attacca Salvini: "Ha il rosario in mano ma fa propaganda sulla pelle dei migranti"

L'ex sindaco di Riace: "Il capo della Lega continua a sbandierare numeri, a fare la solita propaganda finalizzata a intercettare il consenso elettorale, dimenticando poi i cadaveri in mare"

Mimmo Lucano
Mimmo Lucano
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18 Giugno 2021 - 17.03


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Parole dure da parte di un amministratore che è stato criminalizzato e fatto passare per un poco di buono nononstante perfino l’accusa al processo ha sempre riconosciuto che le (eventuali) forzature fatte dall’allora sindaco di Riace vennero fatte non per convenienza o per lucro personale ma solo perché spinto da una grande umanità.
 Di fronte al fenomeno immigrazione, “Salvini continua a sbandierare numeri, a fare la solita propaganda sulla pelle degli ultimi finalizzata a intercettare il consenso elettorale, dimenticando poi i cadaveri in mare. Tiene in mano il rosario ma il cristianesimo è ben altro. Per affrontare il problema bisognerebbe intervenire dove nascono le ingiustizie del mondo, altro che sbarchi triplicati”.

Così l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, dopo che il leader della Lega ieri ha espresso la sua preoccupazione al premier Draghi in fatto di sbarchi (“si sono triplicati in un anno superando quota 18mila”), puntando poi il dito contro Luciana Lamorgese: “se c’è un ministro dell’Interno attendiamo di averne notizia”, ha detto Salvini.

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“Non c’è niente di nuovo, tutti conoscono la politica salviniana sull’immigrazione e l’accoglienza”, ha commentato Lucano scagliandosi contro i “quei costruttori di una società fondata sulla discriminazione e della disuguaglianza”.

L’immigrazione, spiega l’ex sindaco di Riace, “è un fenomeno globale che, finché vi sono ingiustizie, sarà inarrestabile. L’occidente, con le sue ricchezze, causando guerre e dittature, ne è responsabile. Coloro che sbarcano, prodotto di una evidente ingiustizia, non hanno alternative se non affrontare l’odissea dei viaggi della speranza. Quale spazio poi viene riservato loro? Quando ero sindaco di Riace ho cercato di far prevalere il senso della giustizia e un atteggiamento umano: ho ascoltato centinaia di storie di migrazione, nessuno di quegli ‘ultimi’ era contento di aver lasciato la propria terra, la propia casa, sono stati semplicemente costretti a farlo. Coerente con i valori costituzionali, ho cercato di mettere al centro i diritti e la pari dignità. E su questo le politiche di accoglienza dovrebbe tornare a puntare, altro che discriminazioni”.

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Lucano ricorda l’arrivo, anni addietro, in occasione della festa del santo patrono di Riace, di una famiglia del Sudan, una donna con tre bambini e un uomo. “Non avevano un tetto – racconta -, chiamai chi gestiva l’accoglienza e riuscimmo a trovare una casa alla famiglia.

Quando rientrai a casa ero tranquillo. Ecco il punto è: come si fa dormire sonni tranquilli quando può dipendere da uomo delle istituzioni un minimo di sicurezza per chi è allo sbando? Così ho svolto il mio ruolo di sindaco: meno burocrazia e più fatti nel rispetto dei diritti umani”.

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