Il ministro Giovannini sui migranti: "Salvare le persone in mare e metterle in sicurezza, non chiudere i porti"

Il ministro delle infrastrutture non chiude neanche allo Stretto di Messina: "Nessun pregiudizio, valuteremo con tutte le forze politiche"

Il ministro delle infrastrutture Giovannini
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12 Maggio 2021 - 07.49


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Negli ultimi giorni il discorso politico sugli sbarchi dei migranti ha tenuto banco, ma la strada sembra essere opposta a quella proposta dalla Lega di chiusura dei porti.

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Il ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, parte dall’idea da un’idea di sicurezza per chi sbarca.

“Bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ci sono chiare norme vigenti, ancora più importanti da rispettare in epoca di Covid: bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ma ci sarà una sintesi politica complessiva, che spetta al presidente Draghi e al governo nella sua collegialità”.

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Negli ultimi giorni si è riaperte il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina. Il progetto non è inserito nel Pnrr, ma i tecnici del ministero hanno fatto uno studio sulla possibile opera.

Il gruppo di lavoro, pochi giorni fa, ha ritenuto “che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto”.

Sul tema il ministro dice:

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“Oggi ci sono alcune condizioni diverse rispetto al progetto originario, dal punto di vista economico, normativo e trasportistico. Ad esempio, c’è la novità della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, quella sì inserita nel Piano di Ripresa e Resilienza. La relazione tecnica della commissione istituita al ministero è stata inviata al Parlamento: vengono scartate le ipotesi dei tunnel, mentre si suggerisce di fare uno studio di fattibilità tecnico-economica sulle soluzioni del ponte a una o a più campate. In quest’ultimo casa servono anche analisi sismiche, perché la posizione del ponte sarebbe diversa, più vicina a Reggio Calabria e a Messina. Sulla base di questa relazione ci sarà un dibattito pubblico”.

Da parte sua nessun pregiudizio: “Io invito sempre a discutere sui fatti e a prendere decisioni informate, abbandonando il dibattito ideologico a cui abbiamo assistito in passato. Ci sarà una discussione tra le forze politiche, in Parlamento e nell’opinione pubblica, poi si deciderà se fare o meno questo studio di fattibilità”.

Da un’opera da immaginare a un’opera in esecuzione. Sulla linea di alta velocità Torino-Lione il ministro dice: “Sulla tratta nazionale serve la progettazione e il dibattito pubblico, così da ragionare sul tracciato e sulle opere compensative, coinvolgendo i cittadini. Più in generale, l’alta velocità ha cambiato la vita dei territori in cui è arrivata: per questo è fondamentale che anche al Sud ci sia questa opportunità, con il completamento della linea Salerno-Reggio e con la Napoli-Bari”.

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