Le settimane che sono passate hanno visto da un lato le proteste incessanti dei dem e dei grillini, e dall’altro l’irremovibile decisione del presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari di parlare di tutto fuorché del Ddl Zan.
Ma è giunta la svolta decisiva per la calendarizzazione del disegno di legge contro l’omotransfobia al Senato, dopo settimane di polemiche sollevata dal centrodestra, ostruzionismo della lega, rimpalli, pressing e resistenze.
Tuttavia, nella realtà dei fatti la situazione è molto tesa: il ddl dovrebbe essere incardinato entro maggio, ma ancora non è chiaro quando.
Sarà proprio il presidente della commissione Andrea Ostellari della Lega il relatore del provvedimento, come ha riferito in Aula proprio il leghista che è, ed è stato tra i principali ostacolatori, insieme al suo partito, del disegno di legge. Non solo: Ostellari, appena du egiorni fa, aveva dichiarato che “frocio non è insulto, dipende dal contesto”.
Ora si attende che la commissione definisca un calendario dettagliato per l’esame di ogni provvedimento, stabilendo l’inizio dell’esame e l’eventuale calendario di audizioni. Ostellari e la Lega hanno detto più volte che “le priorità sono altre” e non il ddl Zan.
“Il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in Commissione giustizia, la maggioranza è spaccata“, ha detto Ostellari. “Al successivo incardinamento del disegno di legge Zan, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative. Il regolamento prevede che il relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari. Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della Commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega”.