Salvini si traveste da Trump e tenta di destabilizzare il governo: "Riaperture dopo Pasqua"
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Salvini si traveste da Trump e tenta di destabilizzare il governo: "Riaperture dopo Pasqua"

Già ieri il premier lo aveva bacchettato dicendo che aperture e chiusure ci saranno in base all'andamento della pandemia. Ma il leader della Lega teme la concorrenza della Meloni

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27 Marzo 2021 - 11.27


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Ieri, anche se con il sorriso e toni soft, la reprimenda di Draghi. Ossia che aperture. Chiusure saranno determinate dall’andamento della pandemia. Perché tutti vogliono apre tutto, mica solo la Lega.
La differenza è che c’è chi mette la salute al primo posto e ci sono i fans di Trump e Bolsonaro che vogliono riaprire senza aspettare che ci siano condizioni accettabili di sicurezza. Da qui le pressioni sul governo e il tentativo di delegittimare il Comitato Tecnico Scientifico.
Ma Salvini insiste a fare il ‘trumpino’ padano: “Oggi è il 27 marzo. Se dopo Pasqua, fra dieci giorni, la situazione sanitaria in tante città italiane sarà tornata tranquilla e sotto controllo, secondo voi sarà giusto riaprire bar, ristoranti, scuole, palestre, teatri, centri sportivi e tutte le attività che possano essere riavviate in sicurezza? Secondo me sì. Correre con vaccini e terapie domiciliari, e appena possibile riaprire in sicurezza: il ‘sostegno’ più utile e importante, è tornare al lavoro”.
Ovviamente Salvini pensa che tutti siano imbecilli: se ci sono le condizioni tutti vogliono riaprire. Il problema è che non ci sono e difficilmente ci saranno dopo Pasqua visto che negli ultimi tre giorni sono morte 1300 persone di Covid.
Le ‘minacce’ del giorno precedente
Ieri Salvini aveva detto: ”È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue – e soprattutto dei dati medici e scientifici – chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi”. 
“Qualunque proposta in consiglio dei ministri e in parlamento avrà l’ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita”.
Possono sempre tornare all’opposizione. L’Italia non avrà che da guadagnarne.

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